Non serve che io parli, lo fanno i miei occhi, loro non sanno mentire. E adesso dimmi cosa dicono? Ti aiuto? Sono occhi stanchi perché, senza ipocrisia, in me c'è del dolore. Riflettono la fatica di tanti ostacoli superati e il senso di impotenza per quelli troppo grandi e insormontabili. Occhi colmi di ricordi belli e basta che li chiuda un po' e ne assaporo ogni emozione. Occhi che nonostante tutto sanno anche sorridere perché provano sempre ad andare oltre il mio orizzonte. Occhi che anche se piangono lo fanno con dignità perché io non abbasserò mai lo sguardo. I miei occhi sono il riflesso della mia anima.
Un attimo, fermati solo un attimo, "ascolta" il mio silenzio, guarda i miei occhi, osserva il mio viso, "studia" il mio sorriso. Hai mai ascoltato il "rumore" dei miei sospiri quando ingoio e buttò giù i bocconi amari? (Ormai sono tanti). Hai mai guardato le lacrime "sfuggite" e subito asciugate? Hai mai provato ad entrare nel mio "mondo" dove ci sono un "turbinio" di emozioni che mai riuscirei a descrivere a parole. Emozioni di un vissuto che non sempre riesco ad accettare (Sono umana, scusate). Entraci, e togliti le scarpe! Solo allora potrai comprendere e mai più giudicare.
Lo so che quella che hai trovato non era una "stanza" in ordine. Ma hai voluto entrarci e con una "ramazza" fatta d'amore hai portato via le ragnatele dei cattivi ricordi, hai spalancato le finestre e l'aria viziata ha lasciato il posto ad una brezza che ha preso e prende via via un profumo sempre più fresco. Mi hai presentata alle stelle di cui una, la più bella, è accanto a me ed insieme continuiamo la ricerca di "cose belle". E adesso? Sei uscita troppo presto dalla stanza, forse non ne valeva la pena? Perché nessuno se ne va, se vale la pena restare.
Chi l'ha detto che l'abitudine è la tomba dell'amore? È così bello sapere che ci sei, vedere in te ogni giorno un dettaglio nuovo, vivere la quotidianità in maniera bella e speciale, come quando si cucina insieme, si guarda un film insieme, si cura il nostro campione insieme, si sogna insieme quel viaggio che mai perdiamo la speranza di fare (a proposito che ne dici di cambiare meta? Parigi ormai l'abbiamo "visitata"). La nostra non è abitudine, è "presenza" è costanza, non fanno l'amore le assenze strategiche, i trucchi e le bugie. All'amore serve essere ed esserci. E di questo ne sono certa: io ci sarò per te, come tu ci sarai per me. Non ci mancheremo e ne ci perderemo. E non è poi così difficile, si parte dalla base: prendersi per mano e non lasciarsi mai.
Buongiorno a chi stanotte ha "aiutato", a chi ha sostenuto, a chi ha salvato, a chi ha reso felice, a chi ha guarito, protetto e custodito. Buongiorno a chi è "presenza" nei momenti difficili dell'altro. Buongiorno a chi sa dire grazie anche per le piccole cose che possiede, perché provengono dalla vita che è il più bel dono che Dio ci ha regalato.
Con alcune persone pensavamo di fare "un viaggio insieme", invece ci si "imbarca" in un girotondo infinito che non ti fa raggiungere nessuna meta, come in un discorso sospeso. E resti lì a cercare di capire questa loro "immobilità" di emozioni in cui hanno cercato di trascinarti. E invece no, bisogna che ci si tiri fuori da questo posto che sembrava "rassicurante e comodo", due passi avanti, e poi ancora, lontano dall'illusione di riuscire a comprendere persone troppo complicate, perché la musica è melodia di strumenti, non note stonate.
Ti vedo sai? Ti vedo quando ti siedi a contemplare il cielo e "paragoni" le nuvole e ti chiedi chi le stia guardando insieme a te. Io lo so quello che pensi, lo sento e lo senti anche tu. Lo so che guardando il cielo è come se ti guardassi dentro. E ti piace farlo, così come ti ti piace scrivere le tue emozioni, non smettere mai di farlo, non smettere mai di alleggerire i pesi degli altri, leggerti è riempirsi di pace, è semplicità. Vorrei che ti vedessi, serena, senza pensieri, senza affanni, niente "diversità", solo tu e quel foglio bianco.
Accanto a me sempre, ché il "sempre" non lo hai detto mai, ma con il tuo prenderti cura di me, me lo dimostri ogni giorno. E quando ti senti dire "Smettila di farti tanti film, tu vali molto e non te ne rendi conto. A me importa tanto che tu stia bene. Ti voglio bene anche se non te lo dico spesso". Beh, che dire, la felicità è anche questa: avere un'amica come te.
Un nodo alla gola, le lacrime sono tutte lì, che magari riuscissi a scioglierlo! Perché fa male, stringe. Chissà forse è un nuovo modo di piangere: senza dar "fastidio", quando la "dolce violenza" del ricordo fa capolino, e nessuno se ne accorge perché guardandomi vedrà forse per un attimo solo occhi lucidi, ma quando tornerà a guardarmi le lacrime saranno tornate giù e tutto sarà come prima, come sempre.
È proprio vero quando si dice che non è il sangue a tenere unite le persone, ed ha solo una mera convinzione chi pensa che tra parenti tutto debba fluire ed il legame oltrepassare il vincolo sanguino. Di solito non sono una che molla, ma adesso lo devo fare, lo devo a me stessa e alla mia dignità, che non è orgoglio, ma consapevolezza di non dover imporre un rapporto, un legame che di sangue non lo è stato mai.