Mi tormenta il pensiero di averti lontana, il guanciale sul mio letto inumidito dalle lacrime che solcano nell'ombra le mie gote. Il mio cuore lentamente muore in questa camera buia, una candela destinata a consumare la sua luce è la mia ombra. Non mi prolungare, Signore, questo dolore, quest'assenza è un pugnale conficcato nel petto, un cadere nel vuoto dell'angoscia, perché i dolori dell'anima sono silenti ma più dolenti. Improvvisamente quella mite luce della vita da aurora divien caligine, ed in questa nebbia del dolore vago come cieco perché ciò che vedo non ammiro ciò che annuso non profuma, e ciò che tocco non mi garba. Semplicemente mi manchi.
Composta sabato 30 maggio 2015
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