Osservo, il tuo fisico alto e fiero, restringersi, ricurvo, tra le tue membra stanche. Non scorgo più la luce, nel mare blu dei tuoi occhi. Non intravedo più un tuo sorriso, nemmeno stampato, sulle tue melanconiche labbra disegnate. Cerco, l'espressione sul tuo volto, che parla nel pesante silenzio, dove ogni tua piccola ruga ha un'esperienza di dolore e di sacrificio da raccontare. Il tuo fragoroso mutismo, ove le parole e la memoria si confondano, nel vuoto abisso dell'oblio. Cerco, cerco spasmodicamente il mio papà, annego in una voragine di ricordi e d'immagini,
fra le emozioni del tempo vissuto. Lacrime copiose, non rigano il mio viso, ma varcano l'anima, fendendola. Non trovo risposte che già non conosco, nella crudele e amara realtà. Stringo forte le tue belle mani, tremolanti tra le mie. Ora ci sei papà, ti prego ascoltami: mi hai insegnato a camminare lungo la mia via, prendendomi per mano, mi hai condotto alle porte della vita. La tua forza e la tua resistenza, ora fanno parte di me. Mi hai insegnato a lottare, a non piegarmi né ad oppormi al dolore, accettando gli eventi, senza mai perdersi nel buio. Non spegnerti papà, lascia accesa ancora questa piccola fiamma, io sono qui. Mi basta abbracciarti e respirare la tua infinita dolcezza, sentire il profumo della tua sensibilità. Nessun oblio potrà cancellare la potenza del mio Amore per te. Ti voglio bene, papà.
Composta mercoledì 29 febbraio 2012
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