Era lì. La figura si stagliava netta sul contorno della porta d'ingresso, sottolineata, per contrasto, dalla luce del mattino. Era lì, sospeso nel tempo infinitesimo tra l'istante in cui la sua mente ne aveva percepito la presenza e quello in cui l'aveva riconosciuto. Abito grigio, cravatta blu. Un'aria seria, forse ancora vagamente offuscata dal recente risveglio. Tutto come nel sogno. Troppo...
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di Elisabetta TedeschiClicca qui per vedere le altre racconti di Elisabetta Tedeschi »