La brioche abbrustolita e il cliente dei sogni
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Era lì. La figura si stagliava netta sul contorno della porta d'ingresso, sottolineata, per contrasto, dalla luce del mattino. Era lì, sospeso nel tempo infinitesimo tra l'istante in cui la sua mente ne aveva percepito la presenza e quello in cui l'aveva riconosciuto. Abito grigio, cravatta blu. Un'aria seria, forse ancora vagamente offuscata dal recente risveglio. Tutto come nel sogno. Troppo nitidamente, in quel momento, gli sovvenne ciò che aveva visto quella notte stessa. L'uomo entrò e nel riconoscerlo gli tremarono le gambe. Eccolo: avanzava a passi lenti verso il fondo del bar. Si fermava, si voltava verso di lui e diceva, come nel sogno: «Un macchiato, per cortesia». Ed ora ecco, lo sguardo incerto attorno e la richiesta cruciale: «Vorrei anche una brioche, se possibile... ». Maledizione. La sua gola si chiuse. Senza fiato né saliva balbettò a mezza voce, indicando nell'angolo una pila annerita: «M-mi d-dispiace... questa mattina le brioches sono r-rimaste un po' troppo nel forno e... ora sono un po' troppo abbrustolite... ». Maledizione! Maledizione! Era la terza volta in una settimana. Si era ripromesso di fare più attenzione, ma poi, quando le aveva infornate, altri pensieri avevano preso il sopravvento e i minuti erano volati.... [segue »]
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