La brioche abbrustolita e il cliente dei sogni
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...altra parola, né spiegazione. I minuti che non passavano aspettando mezzogiorno e poi che passavano troppo in fretta mentre lui percorreva la strada di casa con un nodo alla gola.
Quando apre la porta Sandra è lì che lo aspetta, gli occhi bassi, la voce indecifrabile: «Ha chiamato la banca. Rifiutano il prestito ». Una pausa. Un respiro profondo. Poi lei riprende a parlare. Lui trattiene il fiato. I pugni chiusi. «So che non è il momento per dirtelo, ma non posso aspettare oltre: sono innamorata di un altro, me ne vado con lui». Tutto il suo mondo gli si sgretola davanti con uno schianto atteso. Esita un istante e incontra lo sguardo tremulo e scoraggiato dell'uomo davanti a lui: «Va bene, me la dia lo stesso, la brioche». Scuotendosi dai suoi pensieri fissa interdetto un profilo distinto che accetta una brioche immangiabile. Ma è un attimo e poi tutto torna uguale. La telefonata di Sandra, le sue poche parole incastrate nel ricevitore. La brioche venduta è stata solo un groviglio, un piccolo punto sbagliato, in una trama già tessuta. Ecco le scale di casa. La porta che si apre. Sandra di fronte a lui. «Ha telefonato la banca. Ancora non hanno deciso». È tutto così uguale eppure così diverso da dargli una vertigine. Guarda Sandra. È lì, e lui non sa se è davvero vicina oppure è lontana: «So che non è il momento per dirtelo, ma non posso aspettare ancora». Lui la fissa con gli occhi liquidi e le nocche bianche. «Aspetto un bambino». Un sorriso. Poi un grazie silenzioso vola allo stoico cliente che ha accettato l'ultima delle sue brioche bruciate.
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