Poesia postata in Poesie (Poesie d'Autore)
Arresa al paesaggio
alle variazioni del verde
m'adagio su me stessa.
Il miracolo non accade
e i germogli non muoiono.
Ritorno più sola col peso
delle negazioni e delle assenze...
Arresa al paesaggio
alle variazioni del verde
m'adagio su me stessa.
Il miracolo non accade
e i germogli non muoiono.
Ritorno più sola col peso
delle negazioni e delle assenze...
Sul mio ventre non crescono dolcezze.
Arido muschio ed escrescenze, pustole.
L'acqua volge il capo altrove
ogni mattina e sempre più malvagia
si fa la mia vagina infeconda.
I giacinti vogliosi, le turrite...
Le ore spente le spente chimere
di lumi che fuggono angosciati.
Morti lasciati lì a imputridire
nel soffio deleterio dell'abbraccio
di ragni troppo grandi troppo orrendi.
Non c'è pietà per gli orli, pei tamburi...
La Deutzia fiorisce invade l'aria
di sussurri belanti occhi perduti
nel periplo di nomi eclatanti,
nel guasto impero della dissolvenza.
Invocare la nebbia! Nell'imbuto
delle sevizie rimanevo al palo
sterzando gli occhi al bulbo del rimastico...
Così rifulse il resto di memorie
in arbitri, rare spoglie, scorie
d'ingenui cimiteri. Che potevo farci
delle metafore issate in bella vista
delle corride sotto il solleone
nel sudore sanguigno neutro sporco
dei gridi dei tori fatti a pezzi...