Non seppellirsi sotto le coperte, alle ore piccole, appesantirà le palpebre, non i piedi; scattanti e lesti, nel gironzolare, bar dopo bar, pub dopo pub, per ogni locale abbia le insegne accese. Ne capitano di tutti i colori, nelle ore piccole; anche a me, disinvolto come sono a muovermi in tutti i toni, in tutte le gradazioni, in tutte le sfumature, sempre che il colore sia il nero. L’altra...
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di Pino ContePrologo
Il ghigno perfido del Signore degli Abissi, del Re della Perdizione, si spalancò in un sorriso a quarantadue denti, denti umani, che mollavano la preda e la riportavano alla superficie del mondo. La monumentale mandibola da predatore s’era dissolta nella cordialità interessata di chi, tra muso duro e guanto di velluto, propendeva per il guanto di velluto. Giorno di Santo Stefano, 26...
... occhiate distratte, occhiatacce ostili, sguardi d’intesa, sbirciate sfuggenti; quante espressioni, disegnate negli occhi degli uomini, e delle donne. Ne incroci ad ondate, al Jazz Club, le femminucce hanno gli occhi passati con la matita nera, i brillantini vezzosi sulle palpebre, il lucido malandrino sulle ciglia; bellezze nel fiore degli anni, al loro fianco autisti per l’occasione...
Prologo
i tombini non soffiavano scenografici ed inodori sbuffi di vapore bianco, come nei film; all'entrata dei locali non stazionavano loschi figuri, gangster dall'accento siciliano e dalla mascella quadrata, col gessato a doppio petto rigonfio, per il revolver nella fondina allacciata alla spalla. Ci sostavano semplicemente dei loschi figurini, dopolavoristi impomatati e col vestito scuro...
Prologo
Cartoline ad una Voce, o forse cartoline ad una voce: così l'avrei sottotitolato, il libro che non sapevo quando, ma che sapevo prima o poi avrei scritto, raccogliendo tutti gli sgorbi scarabocchiati, gli svolazzi tratteggiati, le massime vergate: insomma, l'intero campionario di stupidaggini che mettevo nero su bianco la notte, al mio tavolo al Jazz Club, ispirato dalla presenza...