Oggi ricorre la Giornata internazionale per l’abolizione della schiavitù.
Il 2 dicembre 1949 rimanda alla data di approvazione, da parte dell’Assemblea generale ONU, della Convenzione delle Nazioni Unite per la repressione della tratta degli esseri umani e dello sfruttamento della prostituzione (risoluzione 317 (IV) 2 dicembre 1949).
La schiavitù però non è un fenomeno legato solo al passato, ancora 21 milioni di uomini, donne e bambini sono vittime della tratta degli esseri umani, del lavoro minorile, dello sfruttamento sessuale e dei matrimoni forzati sia nei paesi in via di sviluppo e nei regimi dittatoriali, sia nelle nazioni “democratiche” che hanno sottoscritto la Convenzione. Uno dei casi più gravi è la commercializzazione di migranti e organi umani che l’attività dell’organizzazione EveryOne ha fatto emergere nel Sinai egiziano. La lunga e difficile campagna portata avanti da EveryOne, sostenuta da altre organizzazioni no-profit, ha consentito la liberazione di centinaia di giovani rifugiati.
Una delle figure più importanti nella storia per la lotta contro la schiavitù è Martin Luther King, morto per la sua battaglia per la parità dei diritti di tutti gli uomini. Nel famoso discorso, che King tenne il 28 agosto 1963 durante la marcia per il lavoro e la libertà davanti al Lincoln Memorial di Washington, disse: “Io ho un sogno, che un giorno i figli di coloro che furono schiavi e i figli di coloro che possedettero schiavi potranno sedere insieme al tavolo della fratellanza”.
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