“Per quanto difficile possa essere la vita c’è sempre qualcosa che è possibile fare. Guardate le stelle invece dei vostri piedi.” – Stephen Hawking
Questa frase ben si addice alla difficile vita di Stephen Hawking, nato l’8 gennaio 1942 a Oxford, Inghilterra, 300 anni esatti dalla morte del suo modello di riferimento, Galileo Galilei, come ama ricordare. Con un’interesse che lo accompagna già dall’infanzia per l’universo, si laurea a Cambridge dove diventa successivamente docente universitario ottenendo, nel 1976, la cattedra lucasiana di matematica, la stessa in cui insegnò Isaac Newton. Il percorso personale viene però reso difficile dalla malattia che lo colpì durante il periodo universitario e che successivamente venne riconosciuta come una malattia degenerativa dei motoneuroni, in particolare si pensa alla sclerosi laterale amiotrofica (SLA), che ne riduce quasi totalmente i movimenti e lo costringe a usufruire di un sintetizzatore vocale.
Stephen non si lascia bloccare dalla malattia e porta avanti le sue ricerche sulla teoria cosmologica e la gravità quantistica affermando, attraverso una prova matematica, la validità del teorema dell’essenzialità (che afferma che i buchi neri sono caratterizzati da tre proprietà: la massa, il momento angolare e la carica elettrica) e proponendo le quattro leggi della termodinamica dei buchi neri.
Membro della Royal Society, della Royal Society of Arts e della Ponteficia Accademia delle Scienze, nel 2009 ha ricevuto la Medaglia presidenziale della libertà, la più alta onorificenza degli Stati Uniti d’America, conferitagli dal presidente Obama.
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