Attualità La giornata della memoria 2015, “Meditate che questo è stato”.

La giornata della memoria 2015, “Meditate che questo è stato”.

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“L’Olocausto èshoah una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria.”

          Primo Levi

Era 27 gennaio 1945, 70 anni fa, quando furono aperti dalle truppe sovietiche dell’Armata Rossa i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, liberando i pochi sopravvissuti e mostrando al mondo l’orrore e l’entità dello sterminio nazista.

Per ricordare l’importanza di questo evento l’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 1° novembre 2005 nella risoluzione 60/7 designò il 27 gennaio giornata di commemorazione delle vittime dell’Olocausto, una data divenuta legge in Italia, la numero 211, il 20 luglio 2000:

“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. In occasione del “Giorno della Memoria”, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere.”

Per non dimenticare il genocidio compiuto contro gli ebrei, anche quest’anno il calendario di molte città italiane è ricco di eventi e appuntamenti da Milano a Venezia, da Torino a Bologna nonchè a Roma e Napoli.

Venezia inaugura due mostre ad ingresso gratuito: “Sinagoga di Zagabria 1867 – 1942 – 2015”, che ricorda la tragedia degli 11 mila ebrei di Zagabria sterminati nei lager (Museo ebraico di Cannaregio, aperta fino al 3 marzo, info orari al numero 041 715359) e l’esposizione dal titolo “Ottobre 1944. La deportazione degli ebrei dagli ospedali psichiatrici veneziani. Testimonianze dall’archivio di San Servolo a 70 anni dall’evento” (aperta fino al 31 gennaio, dalle 9 alle 18). A Padova viene allestita una mostra fotografica che raccoglie sotto il titolo “Il tempo è memoria. La memoria è nel tempo” le istantanee di Gianluca Saggin (Scuderie di Palazzo Moroni).

A Milano, dal 25 al 27 gennaio, sarà possibile prendere parte alle visite guidate gratuite promosse dalla Fondazione Memoriale della Shoah, che condurrà i partecipanti alla scoperta dei luoghi sotterranei della stazione centrale da dove partivano i treni per i campi di concentramento.

Bologna apre al Museo Ebraico della città la mostra “A lezione di razzismo. Scuola e libri durante la persecuzione antisemita in Italia”; mentre il Cassero LGBT propone il documentario “Paragraph 175” per ricordare le vittime omosessuali mietute dal nazismo.

Nella capitale saranno tantissimi gli eventi legati all’Olocausto e, per citarne solo alcuni, ci sarà lo spettacolo “Primo” tratto da “Se questo è un uomo” alle ore 19 al Teatro India il 27 gennaio (con repliche il 28 alle ore 17 e il 29 alle ore 21) e la proiezione al Teatro Villa Torlonia di “Wolf”, che racconta la storia del rabbino a capo del ghetto di Terezín (ore 10:30).

Anche PensieriParole vuole celebrare questo giorno invitandovi a leggere le più belle frasi e testimonianze di scrittori e poeti che hanno vissuto in prima persona questa pagina nera della storia cliccando qui.

Un paio di scarpette rosse

C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’ eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.

Joyce Lussu

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