Nel famoso film d’animazione della Pixar, “Up“, uscito nelle sale nel 2009, non tutto era un’invenzione, almeno non la casa.
La piccola abitazione di Seattle, negli Stati Unti, di proprietà della agguerrita signora Macefield, aveva ispirato gli animatori della Pixar per raccontare la commovente storia di Carl, un burbero vecchietto che aveva perso l’amata moglie, e del suo improvvisato piccolo amico scout Russell, che si alzano in volo a bordo della casetta, sollevata da centinaia di palloncini colorati.
L’edificio, fin dal 2006, era diventato famoso in tutto il mondo grazie alla lotta portata avanti dalla proprietaria, l’allora ottantaquattrenne Edith Macefield, che rifiutò un’offerta di acquisto di un milione di dollari in contanti da parte di un’impresa edile. Il rifiuto della signora, che abitava in quella casa da oltre sessant’anni, portò la compagnia ad acquistare comunque i terreni confinanti, costruendo un grosso centro commerciale di cinque piani, circondando completamente il piccolo villino.
La lotta della arzilla signora divenne un simbolo romantico della resistenza edilizia, conquistando la simpatia di molti residenti della città e ispirando i produttori del lungometraggio della Pixar.
“non voglio i soldi, per me non hanno alcun valore.”
Nel 2008 la signora Macefield, all’età di 86 anni, muore lasciando l’eredità della casa a Barry Martin, il supervisore del progetto di costruzione del centro commerciale, che venne venduta alla società Reach Returns, la quale però vede fallire il proprio progetto di riqualificazione del quartiere.
La casetta, per gli alti debiti, verrà messa oggi, venerdì 13 marzo, all’asta anche se l’ultima parola l’avrà la vecchia signora, risulta infatti che una petizione sia stata avviata, per proseguire la battaglia dell’ex proprietaria ed evitare la distruzione della sua amata casetta.
“Tra vent’anni, questi edifici che hanno costruito intorno a me, saranno buttati giù e ne faranno degli altri. Ma la mia casa sarà ancora qui.”
