Il giacchio nel Circolo Polare Artico non è mai stato ad un livello così basso per la stagione invernale. Questo l’allarme lanciato da scienziati americani che studiano le immagini della zona provenienti dai satelliti degli ultiimi 40 anni.
Ad affermare che il mutamento climatico è sempre più visibile sul nostro pianeta è la National Snow and Ice Data Center dell’Università del Colorado: quest’anno l’area ghiacciata del Polo Nord si ferma a 14.5 milioni di chilometri quadrati, il valore più basso registrato dal 1979. Nell’ultimo mezzo secolo, con precisione dal 1975 al 2012, lo strato di ghiaccio sul mare artico si è assottigliata del 65%, secondo uno studio del Polar Science Center dell’Università di Washington. Il livello massimo si è raggiunto in questa annata il 25 febbraio scorso, ma mancavano all’appello 130.000 km quadrati, un valore nettamente superiore al precedente picco registrato nel 2011.
Presumibilmente a creare questa situazione è stata la congiuntura climatica avversa che ha colpito Alaska e Russia: l’insolito caldo ha avuto un effetto oltremodo visibile sull’ecosistema locale. Il trend potrà essere confermato o confutato solo a metà aprile, quando arriveranno i dati di questo mese di marzo, tuttavia solo una politica mondiale ad ampio respiro potrebbe aggredire il fenomeno, attraverso un’importante e duratura riduzione dell’inquinamento.