Trovata senza vita oggi 22 giugno, all’età di 74 anni nella sua casa di Ladispoli, la tormentata diva Laura Antonelli, icona sexy della commedia italiana degli anni Settanta, diventata famosa con il film-cult “Malizia” di Salvatore Samperi e “Sessomatto” di Dino Risi.
Nata a Pola da famiglia istriana, il 28 novembre 1941, si trasferì a Roma dove a 25 anni prese parte alla pellicola “Le sedicenni“ (opera prima di Luigi Petrini del 1966), presto seguita da altri film che rivelarono il suo irresistibile sexy-appeal. Venere dall’aria dolce e dallo sguardo sognante, nel 1971 conquistò il cuore di Jean-Paul Belmondo durante le riprese de “Gli sposi dell’anno secondo” (Jean-Paul Rappeneau). E’ grazie al film “Malizia“, del regista Samperi, che si fece però conoscere dal grande pubblico, vincendo un David di Donatello e un Nastro d’argento come miglior attrice. Il film incassò 6 miliardi di lire catapultando l’attrice nell’immaginario erotico degli italiani grazie alla sua cameriera sensuale che oltre a far girare la testa al padre vedovo (Turi Ferro) popola i sogni dei due figli maschi. A contribuire alla bellezza della Antonelli la fotografia del premio Oscar Vittorio Storaro.
Collaborò tra gli anni ’70 e ’80 con registi quali Luchino Visconti, Giuseppe Patroni Griffi ed Ettore Scola, mostrando una grande capacità di affrontare ruoli più drammatici e impegnativi, senza mai rinunciare all’arte della seduzione.
Sono gli anni Novanta a segnare però per l’Antonelli un doloroso tramonto: la sua dipendenza dagli stupefacenti, da cui derivò una condanna per spaccio di droga (sentenza da cui venne assolta nove anni dopo), oltre a momenti di disagio fisico e psichico, portano l’attrice al ritiro definitivo dalle scene.
