E’ morto alla veneranda età di 106 anni Sir Nicholas Winton, lo “Schindler” britannico che, fra il 1938 e 1939, salvò la vita a 669 bambini ebrei destinati ai campi di concentramento.
Insieme ad un piccolo gruppo di aiutanti, il giovane Winton riuscì ad evitare tutti gli ostacoli burocratici e a portare via dalla Cecoslovacchia occupata dai nazisti i bambini, su otto diversi treni, e altri ancora da Vienna. I minori sarebbero poi stati accolti in Gran Bretagna, presso famiglie che lui stesso aveva trovato. La data della morte coincide con l’anniversario della partenza, nel 1939, del treno con il numero maggiore di bambini, 241.
Tutto cominciò nell’inverno del 1938, poco dopo Natale, l’allora broker alla Borsa di Londra, nato e cresciuto a Londra da genitori ebrei di origine tedesca, decise di andare in Svizzera a sciare. Ma poi, convinto da un amico, cambiò destinazione e finì a Praga, nell’allora Cecoslovacchia, dove iniziò a capire che i rischi erano altissimi per i rifugiati – soprattutto per i bambini – che arrivavano dalla zona dei Sudeti, annessa in ottobre alla Germania dopo l’accordo di Monaco. A quel punto Winton cominciò a pianificare l’evacuazione, lavorando su due fronti: da una parte organizzò i trasferimenti, persuadendo i tedeschi a non bloccare l’operazione, dall’altra si attivò con inserzioni sui giornali inglesi cercando volontari che potessero ospitare i bambini. Il primo treno partì il 14 marzo 1939, il giorno prima dell’invasione nazista. L’ultimo nell’agosto dello stesso anno. A settembre lo scoppio della guerra interruppe tutto e Winton, dopo aver fatto il volontario nella Croce Rossa, si arruolò nella Royal Air Force.
Per cinquant’anni mantenne il silenzio sulle sue azioni, finché sua moglie Greta scoprì per caso in soffitta un vecchio album di ritagli che documentava i salvataggi dei piccoli che Winton trasferì in treno da Praga a Londra, riuscendo anche a trovar loro una sistemazione. Non si sentiva un eroe, ma lo era; e nel 1988 la BBC dedicò un servizio molto toccante alla sua storia (invitando tra il pubblico i bambini che aveva salvato) mentre nel 2003 venne insignito dalla Regina Elisabetta del titolo di baronetto.
Il premier britannico David Cameron ha dichiarato che il mondo ha perso un grande uomo.