Ambiente L’impronta dell’uomo sul Pianeta in 25 panoramiche

L’impronta dell’uomo sul Pianeta in 25 panoramiche

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Viene chiamato “Overview effect” (effetto panoramica), ovvero un cambio di prospettiva: quella sensazione di meraviglia, mista a timore e senso di responsabilità, che provano gli astronauti nel vedere la Terra dall’alto, nel suo insieme, e con le cicatrici che l’uomo ha lasciato su di essa.

Ed è grazie ad un progetto del newyorkese Benjamin Grant –  Daily Overview – che anche a noi comuni mortali è possibile ammirare il nostro Pianeta in una serie di foto panoramiche davvero bellissime. Ogni scatto è osservabile su un doppio livello: quello, più superficiale, di colori e geometrie, e quello dell’impatto dell’attività umana sul nostro sempre più martoriato pianeta.

Tagebau Hambach, Germania

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Scavatrici al lavoro nella miniera a cielo aperto di Tagebau Hambach, in Germania, una riserva naturale del carbon fossile lignite.

Bora Bora, Polinesia

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Resort intercontinentale, con tanto di passerelle e pontili privati, sull’isola corallina di Bora Bora, in Polinesia.

Donie, Texas

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Migliaia di pozzi per l’estrazione del petrolio a Donie, in Texas.

Chittagong, Bangladesh

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Il porto di Chittagong, in Bangladesh, dà lavoro a circa 200 mila persone. Ma superato lo stupore per la colorata simmetria delle navi dall’alto, soffermatevi sul colore delle acque: raccontano le condizioni proibitive in cui lavora chi smantella questi giganti e i loro carichi, che spesso perde la vita in esplosioni improvvise, o per l’esalazione di gas tossici.

Het Loo, ad Apeldoorn, Paesi Bassi

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L’ordine rigoroso e geometrico dei giardini della residenza reale di Het Loo, ad Apeldoorn, Paesi Bassi. Fontane, giardini, aiuole e statue seguono la regola del design da esterni barocco: simmetrie rigorose, pianta assiale e una griglia di sentieri pedonali. Il contrario di un paesaggio selvaggio e contaminato.

Viareggio, Italia

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Ogni foto è munita di coordinate che aiutano gli osservatori a ritrovare quella località e a confrontare ciò che vedono da Terra con la prospettiva da satellite. Questa… la riconoscete? È una spiaggia di Viareggio, costellata di ombrelloni.

Bondi Beach, Australia

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Decisamente più selvaggia, ma ugualmente affollata, è la celebre Bondi Beach, in Australia. Il suo nome deriva dalla parola aborigena “Bondi” che significa onde che si infrangono contro le rocce.

Waldpolenz, Germania

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Parco solare di Waldpolenz, in Germania. Con i suoi 550 mila moduli solari produce 40 mila MWh di energia elettrica all’anno. Occupa più di 2 milioni di metri quadrati.

Big Cajun II Coal Power Plant di New Roads, Louisiana

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Pennacchi di fumo si sollevano dalla Big Cajun II Coal Power Plant di New Roads, Louisiana, la 42esima più inquinante centrale a carbone degli Stati Uniti. Emette ogni anno 390 tonnellate di gas inquinanti.

Arlit, Niger

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Una miniera di uranio ad Arlit, Niger. Da questo sito si estraggono ogni anno 3400 tonnellate del metallo che alimentano l’industria nucleare francese.

Progreso, Golfo del Messico

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Il molo più lungo del mondo misura 6,5 km e si trova a Progreso, nel Golfo del Messico. Poiché la spiaggia è situata su un deposito calcareo che digrada progressivamente verso il mare, le navi devono attraccare al pontile per non incagliarsi al fondale.

Pilton, Regno Unito

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Pilton, nel Somerset inglese, durante l’annuale festival musicale di Glastonbury. Durante l’anno la cittadina ospita 998 abitanti. Per il festival ne accorrono 135 mila.

Manila, Filippine

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Il porto di Manila, il più grande nelle Filippine.

Donghai Bridge a Shanghai, Cina

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La turbolenza atmosferica indotta dalle turbine della fattoria eolica di Donghai Bridge a Shanghai, in Cina. Queste scie sono dovute alla condensa formata dalle pale in momenti in cui l’aria è particolarmente umida.

Moab, Utah

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Una miniera di carbonato di potassio a sud di Moab, nello Utah. L’acqua del fiume Colorado è deviata in speciali bacini legati all’impianto estrattivo, per favorire l’evaporazione.

Singapore

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Navi cargo e petroliere, alcune del peso di 300 mila tonnellate, in attesa di entrare nel porto di Singapore. Da questo snodo passano un quinto delle navi container del mondo e la metà delle riserve annuali di greggio del mondo.

Grand Prismatic Spring, nel Parco Nazionale dello Yellowstone, Wyoming

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Le passerelle che conducono i visitatori alla Grand Prismatic Spring, nel Parco Nazionale dello Yellowstone (Wyoming) non riescono a contaminare la bellezza di questo scenario naturale.

Grande Dixence Dam, Svizzera

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La Grande Dixence Dam sul fiume Dixence, nel canton Vallese in Svizzera. Con i suoi 285 m di altezza è la diga a gravità (cioè che resiste alla spinta dell’acqua grazie al proprio peso) più alta del mondo. Può contenere fino a 400 milioni di m cubi d’acqua e generare elettricità per più di 400 mila case.

Rotterdam

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Il porto di Rotterdam, il più grande d’Europa con un volume di carico annuale di 441,5 milioni di tonnellate.

Monte Whaleback a Pilbara, Australia

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La miniera di ferro del Monte Whaleback a Pilbara, Australia occidentale. Il 98% del ferro estratto dalle miniere è utilizzato per produrre acciaio.

Cascate del Niagara

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Lo spettacolo delle Cascate del Niagara, tra Canada e Stati Uniti. La barca che vedete avventurarsi fino ai salti alti 50 m è chiamata Maid of the Mist (“Ancella della Nebbia”) e conduce i turisti vicino alle cascate dal 1846.

Bristol, Regno Unito

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Il porto di Bristol, nel Regno Unito, ha la capacità di gestire il transito e il trasporto di 700 mila automobili all’anno.

Nørrebro a Copenhagen, Danimarca

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Superkilen, un coloratissimo parco pubblico nel distretto di Nørrebro a Copenhagen, in Danimarca. I vari colori mirano a celebrare la diversità globale: lo spazio ospita idee e oggetti d’arte provenienti da 50 paesi del mondo.

Tonopah, Nevada

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I 17.500 specchi parabolici del Crescent Dunes Solar Energy Project, un impianto solare termodinamico vicino a Tonopah, nel Nevada. Grazie all’utilizzo di sali fusi come mezzo per immagazzinare energia, una volta completato fornirà energia a 75 mila case.

Mirny, Siberia

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La miniera di diamanti abbandonata di Mirny, nella Siberia orientale. La cava del diametro di 1200 m, e di 525 m di profondità è il secondo più grande buco scavato dall’uomo sul pianeta (superato solo dalla miniera di rame di Bingham, nello Utah). Negli anni ’60 garantiva una produzione annua di 10 milioni di carati di diamanti.

 

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