Ciascuno deve pensare alla sua barba prima di pensare a quella degli altri.
Giovanni Verga

Dicembre è ormai arrivato, l’aria natalizia si fa sempre più sentire, tutte le città sono invase da luci e alberi addobbati. In questo periodo dell’anno, dove tutto sembra scintillare, una nuova tendenza sta prendendo piede: le barbe glitterate. Partita dagli Stati Uniti come provocazione su Instagram, grazie a due ragazzi, il fotografo Brian Delaurenti e il musicista Jonathan Dahl, che hanno brevettato la glitter beardsta piano piano prendendo piede come una vera e propria moda. Farlo è davvero semplice, grazie anche ai tutorial su YouTube: basta mettere la quantità maggiore possibile di brillantini nella vostra folta barba per farla diventare divertente e colorata.

Questa tendenza non risparmia davvero nessuno: dagli hipster agli uomini in giacca e cravatta, dagli sportivi agli studenti, l’importante è brillare. Blu, oro, argento, rosso, fuxia, da soli o mischiati, l’importante è scintillare. Il fenomeno è sbarcato anche in Italia, tanto da scomodare anche la lingua tagliente di Selvaggia Lucarelli che su Facebook dice: “Giustamente andavano di moda le barbe che evocavano un po’ di sana virilità e ora comincia la tendenza a glitterarsele. Amiche mie, finiremo tutte nelle foreste dei gorilla ugandesi a cercarci un maschio alfa“.

Voi che ne pensate? Date un occhio alla gallery qui sotto, e subito dopo troverete la risposta femminile a questo fenomeno. Sempre in chiave glitter.

Ovviamente le donne non potevano essere da meno e hanno rivendicato l’uso dei glitter in ben due parti del corpo: sulla testa e sulle ascelle. Nel primo caso è un espediente per mascherare la ricrescita in modo divertente, per rimandare la visita dal parrucchiere, mentre nel secondo la spiegazione non esiste, se non quella di trovare una scusa per non essersi depilate. Se cercate su Instagram l’hashtag #glitterpits troverete tantissime fotografie di ragazze che hanno deciso di “liberare le ascelle per dimostrare che anche quelle pelose sono bellissime”. Anche qui, vi chiediamo: cosa ne pensate?

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