Paolo Villaggio, spesso chiamato semplicemente come il suo personaggio, Ugo Fantozzi, ci ha lasciato. Aveva 84 anni ed era considerato uno dei pochi attori comici italiani rimasti.
La sua carriera spesso è stata comparata a quella di Antonio De Curtis, per tutti semplicemente Totò: il suo alterego ha dato il nome a moltissimi film, in entrambe i casi si parla di una comicità tutta italiana e, questo lo lasciamo al tempo (anche se i presupposti sembrano i medesimi), entrambi sono stati ignorati o snobbati in vita, per poi esser riscoperti tardivamente. Se proprio tra i due volessimo trovare una differenza, Paolo Villaggio riusciva ad alternare ruoli da protagonista a commedie corali (I pompieri, Scuola di ladri, Rimini Rimini, e così via).
Altri personaggi per cui verrà ricordato sono il sottomesso impiegato Fracchia e il sadico professor Kranz. Pochi invece ricorderanno la sua presenza in alcuni film d’autore, come quello diretto da Federico Fellini, “Voce della luna”, insieme a Roberto Benigni.
Scherzava spesso sulla morte. Al funerale dello storico amico Fabrizio De André, di cui è stato anche autore per alcuni testi, disse: “era una persona molto sensibile e ovviamente quando si è molto amici si parla della morte come di un fatto lontano, del tutto improbabile. Adesso che invece la cosa è accaduta e quando stava per succedere, non abbiamo mai avuto più il coraggio né di incontrarci, né di parlare della cosa, perché questa volta non era un gioco, non era letteratura, era la realtà“. (qui la frase completa)
Buon viaggio Paolo Villaggio, o Ugo Fantozzi… che dir si voglia.