Passano i decenni, ma alcune storie (insieme al loro significato) non tramontano mai. Diventano delle vere e proprie leggende, ma non lo sono: si tratta di fatti realmente accaduti. E’ il caso ad esempio di Hachiko, un cane di razza Akita, e del suo padrone Eisaburo Ueno, un professore che insegnava alla Facoltà di Agraria dell’Università di Tokyo. Erano inseparabili: tutte le mattine Hachiko accompagnava alla stazione di Shibuya Eisaburo e ogni pomeriggio, alle 15 in punto, il quattro zampe si metteva a sedere sulla panchina ad aspettare il treno in arrivo con il suo padrone.
I fatti risalgono al 1925, quando in un giorno di maggio Eisaburo non tornò più a casa: era stato colto da un attacco cardiaco. Non riuscì a sopravvivere, e lasciò solo Hachiko: il cagnolino non sapeva ovviamente cosa fosse accaduto e si recò come ogni pomeriggio alle 15 in punto in stazione. Il professore non tornò mai più, ma Hachiko tornò in stazione ad attendere l’arrivo del suo padrone ogni giorno per dieci anni. Incredibile. La sua presenza divenne una cosa talmente quotidiana che tutti i residenti lo amavano: gli costruirono una cuccia, gli diedero da mangiare e perfino venne eretta una statua in suo onore nell’aprile del 1934.
La sua storia commosse tutti, tanto che in Giappone l’8 marzo (giorno della sua morte) è lutto nazionale. La sua vicenda e quella del suo padrone ed uscì fuori dai confini giapponesi: vennero pubblicati diversi libri, tra cui Hachikō: The True Story of a Loyal Dog, scritto da Pamela S. Turner e illustrato da Yan Nascimbene, Hachiko Waits di Lesléa Newman e infine Taka-chan and I: A Dog’s Journey to Japan, e il celeberrimo film “Hachiko Monogatari”, tradotto in italiano “La storia di Hachiko”.