Qualche mese fa è entrata in vigore la legge Ferrara contro il bullismo, e intanto nelle scuole sono nati i primi movimenti per combattere il fenomeno.
Lo scorso giugno, quasi un anno fa dunque, è entrata in vigore la legge 71/2017: prende il nome della sua firmataria, ovvero Elena Ferrara, ed è dedicata a quella sottocategoria del bullismo che si chiama cyberbullismo. Ferrara attualmente è senatrice, ma è stata anche un’insegnante: tra le sue alunne c’era anche Carolina Picchio, la ragazzina di Novara che si lanciò dalla finestra di casa nel 2013.
In questo arco di tempo, secondo il Miur, la legge ha avuto buona attuazione su tutto lo Stivale, mentre invece Save the Children non si ritiene ancora soddisfatta. Certo, di passi in avanti ne sono stati fatti, specialmente per quanto concerne la percezione e la consapevolezza che ora la maggior parte della società ha di questo fenomeno. Il maggior merito della legge Ferrara è stato senza dubbio quello di aver sensibilizzato le scuole sull’argomento, e infatti in questi mesi hanno visto la luce diversi progetti interessanti e meritevoli.
Tra le tante iniziative, quella più grande (e l’unica istituzionale per il momento, perchè coordinata dal Ministero dell’Istruzione) è “Generazioni connesse”: si tratta di un “evento” giunto alla terza edizione e che opera su più livelli, dalla campagna di sensibilizzazione alla produzione di materiali e mappatura degli interventi. Sicuramente anche da segnalare la campagna “Una vita da social”: promossa dalla Polizia postale, ha coinvolto nel suo tour in giro per le scuole italiane quasi mezzo milione di studenti, oltre a 150mila genitori e 11mila istituti.
Questi sono sicuramente i progetti più grossi, ma ce ne sono altrettanti che sotto traccia lavorano nel quotidiano e fanno di tutto per prevenire atti di bullismo che possano poi sfociare, nell’ipotesi più negativa, in tragedia.