Pochi minuti fa è stata presa la decisione da parte del Comune di Torino e di Regione Piemonte: Altaforte è fuori dal Salone del Libro.
La svolta è arrivata, a pochissime ore dall’inizio del Salone del Libro di Torino: Altaforte è out. La decisione è arrivata pochi minuti fa ed è stata presa congiuntamente dal Comune di Torino e da Regione Piemonte. Si è arrivati a questo come conseguenza dell’esposto presentato martedì contro il responsabile della casa editrice, Francesco Polacchi, contro cui la Procura di Torino oggi ha aperto un’inchiesta per apologia di fascismo. Chiara Appendino e Sergio Chiamparino inizialmente avevano deciso di non bandire l’editore legato a CasaPound, poi però devono averci ripensato.
Nicola Lagioia, direttore della kermesse, ha dichiarato ai media: “La situazione che si è venuta a creare, rende impossibile lo svolgimento della lezione agli studenti di Halina Birenbaum, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, e alla forti criticità e preoccupazioni espresse dagli espositori in relazione alla presenza e al posizionamento dello stand di AltaForte. Per come si erano messe le cose rischiava di essere uno sfregio alla storia del Salone, oltretutto nell’anno in cui cade il centenario della nascita di Primo Levi”.
La decisione è stata così presa: rescissione del contratto con la casa editrice. Arriva il primo commento a caldo anche dal Governatore Chiamparino: “Pensiamo che il Salone del Libro debba mandare messaggi coerenti con la sua storia, che è quella della Città di Torino e della Regione Piemonte“. Proprio Halina Birennam, testimone dell’Olocausto invitata al Salone del Libro per una lezione agli studenti, aveva deciso di non entrare al Lingotto e di incontrare i ragazzi all’esterno. Chiamparino continua: “Abbiamo lavorato tutto il pomeriggio per trovare una mediazione, ma non è stato possibile, e io aggiungo comprensibilmente, per cui abbiamo preso l’unica decisione in linea con la trazione e i valori di Torino e del Piemonte“.
La risposta di Francesco Polacchi, editore di Altaforte, non si è fatta attendere. “E’ una richiesta assurda, abbiamo pagato lo stand e siamo giustamente al Salone del Libro. Se dovessero rescindere il contratto, faremo causa. E, ovviamente, la vinceremo. Non so perché è stata fatta questa richiesta . Non siamo né razzisti né antisemiti e vogliamo confrontarci con gli altri“.