La cecità che vinse
L'amor ch'è nato cieco
ad altro non s'appella
di nessun giusto senso
udir può la favella.
Non sentirà consiglio
non toccherà con mano
il devastante fuoco
di quell'amore arcano.
Né l'onda che si frange
né il vento che sconfigge
lei crede nel suo amore
e nulla la trafigge.
Ma non può mai sentire
dall'amore travolta
il laido scantonare
dell'uomo che l'ha colta.
Lui cieco alla bellezza
dell'anima donata
è tronfio nell'inganno
e abiura la giornata.
La cecità carogna
con spietatezza vinse
che lungi dai suoi occhi
la meraviglia spinse.
Verrà quel tristo tempo
che logora l'incanto
e nel crudo risveglio
dilanierà il rimpianto.
Composta mercoledì 13 marzo 2013
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