Attimo fuggente
A piedi nudi,
nel silenzio della notte,
entrasti, o donna,
nella mia stanza oscura
dove, profonda, tanta pace alberga.
Le mani affusolate
lambirono le mura
e andando incontro all'aria
toccaron finalmente il volto mio,
accarezzando lucidi capelli,
sfiorando l'armonia delle mie labbra.
Come tordo mi lasciai cogliere
da dolci pensieri
che le perdute occasioni
lasciano cadere, agonizzanti,
nei misteri incompiuti
di cuori intirizziti dalla paura
di un armonioso travaglio senza suoni.
Così cadde una lacrima
su carta sugante,
nostalgia di un amore
accantonato ormai
in un pallido ricordo
di attimi bruciati
che il vento col rimorso porta via.
E tu, donna proibita,
immagine di colpe e di peccati,
col guizzo ilare e impavido
di chi nasconde gli occhi e pure il volto.
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