Ora sono schiaffi,
urla
tonfi sui muri,
giorni
notti
per lividi scuri.
La casa è
solo un angolo
profondo
stretto e freddo
dove le mani proteggono
il corpo
senza più voce.
Tuo figlio ti guarda
dalla stanza semiaperta
tenendo stretto al petto
l'orsetto
di stoffa che scivola e cade
inerte come te
ora sul pavimento.
Tutto è rotto,
i vetri
come l'anima
è dispersa in attimi
di guerra senza senso.
Il rimmel si mischia
alle lacrime
alla pelle
nell'acqua tiepida del lavello,
è l'arcobaleno nero
che allo specchio
vedi e togli
con gli occhi alla fine
bassi e gonfi.
Quella porta
si apre quotidianamente
nella paura abituata
nero o rosso
come alla roulette
non cambia,
l'illusione
di dove si ferma
inganna...
l'amore sbagliato.
Composta martedì 1 agosto 2017
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