L'essenza di noi
Tra le tue braccia mi sentivo al mio posto nel mondo,
forse è questo l'unico modo in cui bisognerebbe sentirsi.
Tra le tue braccia sentivo le tue assenze programmate,
le tue distanze fredde che non nascondevi.
Lontano dalle tue braccia sentivo la tua diffidenza continua e profonda,
lontano dalle tue braccia mi facevi sentire sempre in colpa,
lontano dalle tue braccia mi mancavi anche quando cercavi di starmi vicino.
Non ho mai saputo davvero chi fossi, cosa facessi di preciso, cosa sentissi al di la del dichiarato, da dove venivi.
Sei stato un vetro opaco oscurato,
ogni tanto un raggio di sole ti ha illuminato,
ogni tanto un barlume di amore ti ha acceso.
Hai sempre finito per ferire,
con noncuranza e intenzionalità.
Hai scelto di non amare,
hai scelto di non dare,
ma con un profondo bisogno di amore e cura,
come una macchina programmata solo per ricevere,
come un'assicurazione dall'ennesima e ineluttabile dipartita.
Nessuna giustificazione,
quella che ti darai non servirà nemmeno a te.
So che tornerai, come tutti.
So che non sarà più lo stesso,
forse non sarà più niente,
quel niente che hai spesso mostrato per poi ritrattarlo, ritirarlo e infine rivenderlo.
Questo non è amore,
questo non è dolore,
questa è incapacità e inettitudine,
questa è mancanza di obiettivi e valori forti,
questa è debolezza.
Uno solo non deve sorreggere per due,
ognuno dovrebbe aver la gioia di esserci,
di donare il suo cuore e far conoscere il suo essere.
Ognuno ha il suo percorso,
il tuo non include una crescita,
va verso una caverna di solitudine e di silenzio.
Quando esci inventi un palazzo dorato,
quello che riesci solo ad immaginare
ma non a costruire.
Deve essere fredda la tua caverna,
eppure non hai voluto accendere il fuoco insieme a me.
Composta lunedì 1 gennaio 2018
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