Quinto piano, a sinistra
Quinto piano, a sinistra
di quel condominio dai mattoni rossi,
eretto tra fumi cittadini
e ritmi metropolitani.
Sono anni che saliamo al quinto piano
e lì andiamo a sinistra,
infondo al corridoio
dove due porte
due appartamenti
delimitano le nostra vite.
Sono anni che saliamo al quinto piano
e mai una volta
che abbiamo scambiato due parole.
Solo sguardi
veloci ciao
buongiorno se era una giornata no,
una volta ci toccammo la mano
e fu come se fossi rinato senza peso.
Sono anni che giriamo a sinistra e ci fermiamo alle porte
poi il gesto è semplice.
Mano,
tasca/borsa,
chiave? No?
Imprecazione,
ricerca,
trovata, fredda e liscia.
No, che fai?
Quello è il mio cuore
ma non ha serratura.
Questo sono io invece,
il ragazzo della porta accanto
che da anni non chiude a chiave,
perché dopotutto
si può sempre cambiare idea.
Questo sono io,
il ragazzo della porta accanto
che una volta
tia ha fatta arrossire e scappare dentro
a piangere
perché da troppo tempo qualcuno non ti sorrideva.
Quinto piano, a sinistra.
Piangiamo in silenzio di gioia,
inguaribili romantici
in moto tra pianeti di cenere.
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