Scritta da: Asianne Merisi

Ucciso a Capaci

Giunse puntuale il pugno nero sull'odiata mano chiamata giustizia.
Calò sulla pece la sua polvere di morte
tra l'asfalto fatto di paura.
Un uomo gridava la sua parola
credeva nella verità e non aveva paura,
cercava una vita diversa in una libertà persa.
Nelle sue braccia corpi spenti dell'innocenza
nei suoi occhi voglia di non voler tremore.
Il silenzio e l'inferno, il respiro e il dolore
nel vedere ancora un urlo alzato al cielo
ad un Dio che non vede.
L'odio nelle briciole di pane
dove la forza cede e la vita ha smesso di essere.
Ma quell'uomo credeva, conosceva, sentiva,
sorprendendo quel muscolo che batte forte e sempre sorprende.
Era ingombrante,
per chi mai sazio di denaro ha creato vite ambigue sulla soglia dei tempi.
E il tempo s'arretra, il bagaglio si svuota e il gelo avvolge tutto nell'odio
che addormenta i figli della verità.
Oggi quell'uomo non vede più il sole,
ma la sua voce intona e fa rumore.
E dice
"la mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine."
Giovanni Falcone.
Composta sabato 23 maggio 2020

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