Spezzalo quel muro di fango e suono, riavvolgi la polvere e tieniti i pensieri, e tieniti i segreti, stretti, solo a te. Ma accogli la brezza salata del mare.
A. T.
Ti penso...
Non te lo dirò mai, ma ti penso!
Costantemente senza fatica mi faccio seguire, fin giù negli angoli nascosti dei ricordi, da te nei miei pensieri, nelle stanze pieni di suppellettili ed armi, a difesa di pensieri mai celati.
Tu che giochi a scacchi, a dadi, ti ho incontrata e raccontavo alle mie mani di non farti andare via.
Siamo così tanto diversi che forse ci assomigliamo, e nel profumo dei miei sogni ti sfioro e in pace canto e ti cesello come limpido e delicato marmo.
Come un sibilo appuntito, invisibile e senza cruna, lembi di respiro trapuntati all'anima, squarci di anima e vita ricomposti.
Certi momenti della vita trascorrono in un limbo!
L'attesa senza saper di aspettare.
Né un passo indietro, né un passo avanti.
inconsapevolmente ottuso e cieco.
Gradualmente solo.
Ipocritamente e falsamente fingo chi forse sono stato, e chi vorrei essere.
Silenzioso apro gli occhi e comprendo ciò che già la coscienza sapeva,
silenzioso li richiudo per far finta di nulla e mentre ancora decido... sono al tavolo da solo, anche oggi!
In una luce di Selene, appiattita, sbiadita, in una luce squartata; e l'odore turchese e ramato di salsedine.
Il cielo è di passaggio, antico e appena nato, il vento è lieve, di salsedine ramato.
Attendo disonesto il tempo che brandisce il mio tempo per imbroglio, e non confesso facili sorrisi a soggetto, sotto una luce di Selene, sbiadita e senza pathos.
Ed Intanto nel tempo, io non ho più parole in tasca, e intanto tengo il tempo in tasca, così per conservarlo e sentirlo scorrere tra le dita quando passeggio tra le onde così per rallentarlo.
Acqua e sorrisi su in cima per andar veloci, e scomparire prima per restare in un pensiero.
Luce di città che aspetta l'alba, io sono del tempo, io sono un baiore, un lampo.
La coscienza critica, il sudore, le note, la ricerca.
Non conforme a te mondo non più mio, perché la luce è soltanto l'alba del sole, in te madre che giri al suo cospetto.
Lo spazio si piega, e con esso il momento cambia ed io credo solo in te.
Ho venduto i miei giochi,
ho venduto i miei occhi
ho venduto le mie ossa doloranti
ho venduto le mie fratture
ho venduto i miei capelli alcuni bianchi.
Ho venduto il mio egoismo
ho venduto i miei sorrisi.
Ho venduto le mie smorfie.
Ho venduto le mie lacrime; goccia dopo goccia.
Ho venduto le mie braccia.
Ho venduto le mie mani.
Ho venduto la mie due anime
ho venduto le mie cicatrici tutte in blocco
ho venduto le mie bugie.
Ho venduto la mia forza.
Ho venduto il mio coraggio.
Ho venduto le mie paure.
Ho venduto tutto il resto.
E non ci ho guadagnato nulla.
Ho tenuto le mie gambe, e
cammino con le suole consumate dai ricordi.
E tu cosa hai comprato?
Questa mia notte, fatta di persone che non conosco, di saluti e strette di mani;
la mia notte già completa.
Di notte i miei sogni ed i miei pensieri prendono forma e coraggio
Libero da me stesso.
Ma qualche sguardo scappa alle regole del gioco.
Musica che pizzica l'anima ed essa vibra e risuona!
Timbro e colore diverso, perché diverso è il nostro umore. Diversi siamo tra noi.
Melodie per ogni cuore, ed ogni battito è un colpo sulla cassa o la corda del basso.
Sorridere aggrappati a squarcia gola ad un ritornello che ti fa ritornar ragazzino, sapendo che non lo sei piu, ma non te ne frega nulla!
I tuoi vent'anni sono adesso ad ogni nota. Tutto è adesso è non scappa vecchi amori, nuovi amici.
La musica e me stesso.