Le migliori poesie di Arthur Rimbaud

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Scritta da: Silvana Stremiz
La mia bohème (Fantasia)

I pugni nelle tasche rotte, me ne andavo
con il mio pastrano diventato ideale;
sotto il cielo andavo, o Musa, a te solidale;
oh! Là, là! Quanti splendidi amori sognavo!

La sola braca aveva un largo buco. - In corsa
sgranavo rime, Puccetto sognante. E l'Orsa
Maggiore era la mia locanda. - Lassù
le stelle in cielo avevano un dolce fru fru;

le ascoltavo, seduto ai lati delle strade,
nelle sere del buon settembre ove rugiade
mi gocciavano in fronte un vino di vigore;

e, rimando in mezzo ai tenebrosi fantastici,
come fossero lire, tiravo gli elastici
delle mie scarpe ferite, un piede sul cuore!
Arthur Rimbaud
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    Scritta da: Elisabetta

    L'eternità

    È ritrovata.
    Che cosa? L'Eternità.
    E il mare andato via
    Col sole.

    Anima sentinella,
    Mormoriamo la confessione
    Della notte così nulla
    E del giorno di fuoco.

    Dagli umani suffragi,
    Dai comuni slanci
    lì tu ti liberi
    E voli a seconda.

    Poiché soltanto da voi,
    Braci di raso,
    Il Dovere si esala
    Senza dire: finalmente.

    Là nessuna speranza,
    Nessun orietur.
    Scienza con pazienza,
    Il supplizio Ë certo.

    È ritrovata.
    Che cosa? - l'Eternità
    E il mare andato via
    Col sole.

    Maggio 1872.
    Arthur Rimbaud
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      Scritta da: Ayesha

      Svevo aveva ragione

      Svevo aveva ragione
      Fuori dalla penna non c'è salvezza
      diceva Svevo
      e io m'accorgo
      c'aveva ragione
      se questa è l'unica maniera
      che m'è rimasta di vivere
      ben venga tale splendore
      ornato di pezzi di carta
      e parole venute dal cuore,
      un cuore di plastica
      che scioglie al sole,
      auto combustibile
      e pieno di vapore -
      costretto a evaporare
      senza alcun pudore,
      lasciare il mondo
      cacciato dall'amore.

      Svevo aveva ragione
      che quando scrivo
      sento vita fluire
      nient'altro in questo paradiso
      mi allieta al punto da dire
      che vi sia qualcosa di meglio
      di migliaia di pagine da riempire,
      con svaghi di realtà e di orrore
      che paion fantasia
      all'occhi del lettore
      e che in verità
      son più reali
      di qualsiasi attore
      che impara a memoria un copione
      per compensare un vuoto interiore.

      Siamo attori di noi stessi
      e ci perdiamo tra i riflessi
      di una falsa ambizione
      costruita sulla notte
      e se mi chiami per nome
      allora posso dire
      che mi è concesso l'onore
      di portare vibrazione
      un vuoto d'emozione
      che parla più del sole
      un'assenza, una canzone
      una presenza priva di parole.

      Svevo aveva ragione
      non c'è salvezza senza penna
      senza un cuore lacerato
      che si apra alla vita
      e le faccia da antenna.
      Arthur Rimbaud
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Sensazione

        Nelle sere d'estate andrò per i sentieri,
        pizzicato dal grano, pestando i fili d'erba;
        ne sentirò, sognante, il fresco sotto i piedi.
        E al vento lascerò bagnare la mia testa.

        Non dirò più parole, non farò più pensieri:
        ma un amore infinito mi salirà nel petto,
        e andrò molto lontano, sarò come uno zingaro,
        come con una donna per i campi contento.
        Arthur Rimbaud
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          La Maliziosa

          Nella sala da pranzo, bruna, profumata
          di frutta e di vernice, come chi non pensa
          raccolsi un piatto di non so quale portata
          belga, e sprofondai nella mia sedia immensa.

          Mangiando, udivo il pendolo, - calmo e giulivo.
          La cucina s'aprì in mezzo a una sbuffata.
          - Entrò la serva, e chissà per quale motivo,
          lo scialle sfatto, con malizia pettinata,

          ecco il ditino tremante pose e ripose
          sulla sua guancia, velluto di pesche-rose
          bianche, e con smorfie del suo labbro bambino

          per mio agio, i piatti mi riordinò vicino
          - poi, - ma certo per prendersi un bacio, - così
          mi soffiò: "Ho una freddo alla guancia, senti qui... "
          Arthur Rimbaud
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Sognato per l'inverno a... lei

            Andremo, d'inverno, in un vagoncino rosa
            con tanti cuscini blu.
            Sarà dolce. Un nido di baci folli posa
            nei cantucci molli. Tu

            chiuderai gli occhi, per non vedere dai vetri
            smorfiare l'ombre delle sere,
            la plebaglia di démoni e di lupi tetri,
            mostruosità arcigne e nere.

            Poi la tua guancia graffiare si sentirà...
            un bacetto, un ragno matto, ti correrà
            sul collo... Intanto

            tu mi dirai: "Cerca! ", chinando a me la testa
            - prenderemo tempo a scovare quella bestia
            - che viaggia così tanto...
            Arthur Rimbaud
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              La Credenza

              È un ampio armadio scolpito; l'antica scura
              quercia ha preso una buon'aria di vecchia gente;
              l'armadio è aperto, e scioglie dentro l'ombratura
              come onda di vin vecchio, un profumo attraente.

              È un miscuglio di vecchie anticaglie, stipato
              di panni odorosi e gialli, di straccetti
              di donne e fanciulli, di appassiti merletti,
              di scialli di nonna col grifo pitturato;

              - Qui trovi ciocche di capelli bianche e bionde,
              i ritratti, i medaglioni, la frutta e i fiori
              secchi il cui profumo insieme si confonde.

              - Ne sai di storie, o mia credenza d'ore morte!
              Vorresti dirci i tuoi racconti, e fai rumori
              se lente s'aprono le grandi nere porte.
              Arthur Rimbaud
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