Scritta da: Asianne Merisi
in Poesie (Poesie d'amore)
Immersa nel tuo odore,
io divento in un attimo
padrona del tuo tempo.
Le tue meni su di me,
e tu diventi il mio tempo in un attimo.
Composta mercoledì 10 aprile 2019
Immersa nel tuo odore,
io divento in un attimo
padrona del tuo tempo.
Le tue meni su di me,
e tu diventi il mio tempo in un attimo.
Chiudi questa porta,
lascia questa terra sonnecchiare
tra l'alba tiepida e un raggio di sole.
Consegna le chiavi al cuore,
misura la differenza tra me e te nelle prossimità
di questa vicinanza.
Sono il mondo in cui ti muovi
tra spazio pieno e deserto arido
non fuggire, dal tuo coraggio
cerca la risposta tra te e me e impara la differenza
tra distanza e lontananza
non guardare il cielo pieno e la terra vuota,
cerca la pioggia che ti lava il dolore
e la terra che nutre la felicità
sazia gli infiniti respiri che siamo io e te.
Chiudi questa porta,
lascia questa terra sonnecchiare
tra l'alba tiepida e un raggio di sole.
Consegna le chiavi al cuore,
misura la differenza tra me e te nelle prossimità
di questa vicinanza.
Sono il mondo in cui ti muovi
tra spazio pieno e deserto arido
non fuggire, dal tuo coraggio
cerca la risposta tra te e me e impara la differenza
tra distanza e lontananza
non guardare il cielo pieno e la terra vuota,
cerca la pioggia che ti lava il dolore
e la terra che nutre la felicità
sazia gli infiniti respiri che siamo io e te.
Sto diventando me stessa!
E accade adesso,
senza guardarmi allo specchio.
Diventerò sasso,
con l'incapacità di muovermi per fare un solo passo.
Tu non mi aspettare!
Non dirmi di stringere le mani,
di stropicciarmi gli occhi,
ne di aspettare più in là del domani
mi guarderò davanti ad un quadro immenso,
perché io, sto diventando me stessa.
Tacete!
Non ho orecchie per i demoni,
non parlatemi di castighi,
non voglio sensi di colpa gratuiti,
non sento il bisogno di espiare colpe non mie,
non voglio penose spade sanguinanti di sangue altrui.
Tacete!
Menti deliranti di un Dio che non conoscete,
fasulli guerrieri di ideali che non esistono,
martiri di guerre mentali.
Tacete!
Io non conosco,
teli neri su visi prigionieri di odio,
io non conosco,
la luce negli occhi di chi,
rendete martiri della vostra fottuta guerra,
io non conosco sorrisi, di bambini che non sorridono.
Io sono... noi siamo
il mondo di vita che voi;
non vedrete mai pur vivendo.
Io sono... noi siamo
figli allattati al seno
di una madre che che non conosce paura.
Se la notte è stata amabile pazzia,
lascia che i rumori sordi
siano coperti dalle nostre emozioni.
Se i respiri del nostro desiderio,
hanno fame e sete
saranno nutriti con l'amore.
Se nessun giorno ai tuoi occhi
e diverso con me,
lascia che io sia sempre, il tuo buongiorno.
Ecco, riconosco l'alba che nuda sonnecchia
e nel profumo della nostra pelle si perde.
Il mio amore conosce già il tuo cuore,
ma se il tuo cuore per qualche motivo
non lo riconosce ancora,
non temere,
nascerà con il nuovo giorno.
Adoro quelle donne con il rossetto sbavato
e il cuore rubato dall'amore,
quelle con i capelli spettinati il vestito stropicciato, e la fretta nelle tasche,
ma che sorridono al giorno e alla notte.
Adoro quelle donne con la forza nella mente e il coraggio nel corpo,
quelle che vogliono cambiare il mondo
e credono ancora ai sogni.
Adoro le donne folli, le amiche del cuore
quelle con i pensieri scritti nel diario,
che nascono figlie e diventano mamme.
Adoro le donne che non temono i giudizio
che affrontano la vita,
che combattono guerre e vincono battaglie
ma se pur con le ferite sulla vita,
amano, la vita.
Una carezza fragile trema,
come la figlia portata via dal vento
e un dormiente sussulto
scoppia come un tuono.
E lì, sul suo corpo
che io compio il mio vizio
quello di amarla.
Non morderti le labbra, ti prego
perché in me accendi il desiderio,
come acqua che infrange la diga.
Non temere,
per grande che sia... il mio impeto,
perché in me tu troverai
la giusta casa del tuo amore.
Io,
come notte
quella di luna argentata.
Brillo di luce pallida e rubata
offrendo al mondo di me, solo la meta
fra nuvole e tenebre.
Mi affaccio
con un cuore che di inchiostro tinge la vita
cercando il mio sole
in una notte che di aurora
si vestirà.
Racconterò con quanto rispetto
ti ho trattato, e quante volte ho rimproverato le tue lacrime
cercando le tue risate.
Racconterò del porto sicuro che per te sono stata,
della vita che ti ho donato e della paura
che delle tue ferite ho avuto.
Racconterò di quello che per me sei stata
la meta della mia femminilità,
la paura che ho abbracciato,
e il dolore che ti ho curato.
Racconterò che la tua amicizia mi ha reso ricca,... ma tu?
Tu cosa racconterai?
Che gli amici per te sono in po' così,
memoria vaga.