Scritta da: Bernardo Panzeca
in Poesie (Poesie personali)
Ricordi
Era di notte
che li trovavi.
Come genti
la domenica
sul sagrato.
Composta martedì 22 maggio 2018
Era di notte
che li trovavi.
Come genti
la domenica
sul sagrato.
Se sol potessi
tornerei indietro
nel tempo,
per baciarti
fin da scolaretto
affinché
nessuna notte
della vita mia
rimanesse buia
e senza luce alcuna.
A volte l'amore
non è come sembra.
Il sole, i raggi, il cielo
son tutte sete
che l'amore indossa
e che solo alla sera
quando scende la notte
toglie, per sedersi
spoglio sulle stelle
e parlare con la luna
dell'amore
che l'amore prova
e che a volte,
non prova.
Non ci vediamo
da anni, è vero.
Ma è anche vero però
che entrambi
ci parliamo la notte.
Tutte quante le notti
siano esse gelide
o calde, noi
non manchiamo mai
il nostro appuntamento
nel nostro solito posto:
la luna.
Nessuno può ascoltarci
se non le stelle
e qualche gabbiano insonne.
Nessuno può comprendere
che un nostro battito di cuore
alla sera, equivale
a un grande bacio di giorno.
Uno di quei baci veri
che si scambiavano
una volta i nonni
e che oggi, ahimè
non esistono più.
Non importa se sei andata via
ho ancora un pezzettino del tuo cuore
e ciò mi basta.
Di notte lo metto sotto al cuscino
di giorno in un taschino
e quando vado al mare
lo do ad un uccellino
affinché possa provare
cosa vuol dire amare.
In un foglio bianco
a volerlo fare
cos'è l'amore
non si può disegnare.
Di celeste e nulla più
forse l'intero foglio
si può colorare.
Come per dire
che l'amore
solo al cielo
può somigliare.
È primavera!
Lo gridan gli odori
annusando i fiori
Lo urlano I cuori
sentendo gli amori
Lo esclamano I pastori
vedendo i colori.
È primavera!
Starnuta la rondine
respirando polline.
C'era una notte
nel mese di dicembre
dove una Santa
girovagava da sempre.
Un asinello la accompagnava
in giro per il mondo
la Santa andava.
Porte e finestre si spalancavano
al suo passaggio tanti desideri
i bambini le affidavano.
Lei felice le letterine leggeva
il suo asinello tanta acqua beveva.
Tanta strada Santa Lucia faceva
pur di esaudire
chiunque glielo chiedeva.
Nonostante la tanta stanchezza
a lei bastava solo una carezza,
mentre carote e mandarini
all'asinello donavano i bambini.
Entro il giorno doveva finire
Santa Lucia per poter gioire.
Bastava svegliarsi di buon mattino
per far felice il proprio cuoricino,
dolci giocattoli e sorrisi si trovavano
con tante preghiere
tutti quanti Santa Lucia ringraziavano.
Povera donna
che fine hai fatto,
di rosso il mondo
hai tinto d'un tratto.
Da poco sbocciata
non pensavi altro,
che essere amata
e dagli uomini tutti
annusata.
Fiore tra i campi
il mondo inebriavi
quando di colpo
aiuto gridavi.
Piccolo stelo
color verde melo,
in tuo soccorso
è giunto il cielo.
Mani volgari
e prive di cuore
hanno spezzato
un piccolo fiore.
Povera donna
che fine hai fatto,
di rosso il mondo
hai tinto d'un tratto.
Quando una mamma piange
l'intero cielo si affrange,
più che lacrime normali
quelle son lacrime con le ali
che come rondini di primavera
raggiungono chi per gli uomini
è in preghiera.
Quando una mamma piange
l'intero cielo si affrange,
il suo dolore fa tanto rumore
perché ad urlare è il cuore
e non può che aver un malore
chi al suo cospetto
si trova a veder tanto orrore.
Quando una mamma piange
tutto quanto il mondo piange,
d'improvviso e senza avviso
non vi è più traccia di sorriso
in qualunque dove
e su ogni viso.
Quando una mamma piange
solo la parola perdono
può riecheggiare come suono.