Poesie di Cris Comelli

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Scritta da: criscri

Frusciano inattaccabili

Frusciano inattaccabili,
gli albori iridescenti del ridersi addosso,
d'ineffabil patire bollenti schegge,
ch'addestrate fuoro,
a comprimer il morbo del rivelarsi.
C'è un rossore tangenziale d'anima,
che all'abulia a connettersi anela,
parole sepolte tra le labbra ha per daghe,
che dallo scolorirsi velenoso
di amicizie frantumate sono nutrite.
Graffi di vino complice troneggiano,
nelle anfore gementi di speranze dileguate,
i pensieri cedono
a guida di insulsi, sonnolenti birilli
l'incedere scattante del comprimersi
fantasmi di strade divora e umilia.
Or è impervia scalata,
ritrarsi dalla danza strisciante del maledirsi,
basaltico inappagato anelito
a carezze di gelida ma reale comprensione.
Si cela per sempre la storia,
sotto il ruvido ombrello,
di un'affaticata zoppicante memoria,.
Cris Comelli
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    Scritta da: criscri

    Nulla vi è più

    Nulla vi è più
    d'un pallido ristagnare,
    di ermeneutiche selvagge e incompiute,
    di gestualità scomposte malferme ancelle.
    Lacera questo vano, magniloquente issarsi
    sulla vetta sempiternamente sfuocata
    della carezza della verità.
    L'intimo gorgoglio di un silenzio primitivo,
    palestra è orfana di carceranti dimensioni
    di una scienza scapestrata e complice.
    Orrido è lo scenario di fogli da torturare
    Con falangi di immeditata poesia,
    da pensieri mercenari allattata.
    Vola traditrice l'epistemologia disiata
    Solo il nulla irriverente s'offre
    A spiegare il nulla
    Ed escatologie fslsamente indomite sbeffeggia.
    No,
    più non ruggisce la purezza dell'esistere
    ad arcani ruscelli di incompiutezza avvinta.
    Cris Comelli
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      Scritta da: criscri

      Lingue profane

      Lingue profane addensandosi vanno
      a guisa d'infedel, menzognera orazione
      nel triangolo d'ombra di disperso mondo
      che tremante respiri delusi affastella.
      Or non s'ode il primigenio brulicar
      D'una speme da cui fuoco germini
      Di solidali e avvolgenti seduzioni
      Di uomini da uomini vestiti
      Madidi di sorrisi ormai obliati
      Ove il mondo gemente s'asconde.
      Cris Comelli
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        Scritta da: criscri

        Nel cielo di Superga

        Scintillava in un cono d'aria
        il ruggito d'un orgoglio granata;
        sulla pelle di mille campi di pallone,
        l'impronta color sudore e determinazione,
        di chi nel libro di ogni partita,
        aveva scritto pagine indelebili di vita;
        "che bello poter narrare un giorno ai nipotini,
        i fasti dei nostri calcistici destini,
        grande Toro, in questa maglia che portiamo con onore,
        vedrai il segno di quanto ti portiamo,
        sete di vittoria ed eterno amore".
        Non sapeva, no,
        l'aereo che scelse di alzarsi in volo,
        che il cielo tramortito da nebbia e nuvole,
        lo avrebbe lasciato miseramente solo,
        con esistenze
        di sportivi fieri e indifesi,
        su cui qualcuno aveva scritto,
        la maledizione
        di dover appasssire precoci,
        come le rose di autentica bellezza;
        il sogno
        chiuse gli occhi un istante soltanto,
        e quella storia di trionfi
        dolce, pura, leggiadra come un canto,
        si ritrovò mucchio di frantumi
        al cospetto di una cupola indifferente;
        Superga, lo sai,
        il tuo ricordo ha ancora voce per parlare,
        di quei calciatori invincibili,
        che il tuo esserci ignaro e basaltico,
        andò ad annientare;
        una sciarpa allunga le sue braccia,
        in uno spicchio incontaminato d'urano,
        come a voler ringraziare commossa,
        quelle stelle che le insegnarono,
        il fascino del luccicare festante,
        per una vittoria importante.
        Chiudete lo sguardo, sportivi,
        e la loro memoria ritornerà,
        colorata di immarcescibile mito;
        a voi,
        Valerio Bacigalupo, Aldo Ballarin,
        Dino Ballarin,
        Emile Bongiorni,
        Eusebio Castigliano,
        Rubens Fadini,
        Guglielmo Gabetto,
        Ruggero Grava, Giuseppe Grezar,
        Ezio Loik, Virgilio Maroso,
        Danilo Martelli,
        Valentino Mazzola, Romeo Menti,
        Piero Operto, Franco Ossola,
        Mario Rigamonti, Julius Schubert.
        Lo sport vero,
        non conosce il morso del morire.
        Cris Comelli
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          Scritta da: criscri

          Cento passi a Peppino Impastato

          Mai 'l silenzio complice l'alma ammorbi
          che d'omertà l'olezzo giustizia non soverchi,
          ch'il mafioso urlo, che fetido è e anco vigliacco,
          su pelle di fiera Trinacria non s'erga,
          e il suol ove agrumi e zagare la natura cantan sommerga.
          Or sempre di Peppino sentirai la spada di voce
          ch'al legal sentimento anela come a una fresca foce
          l'udrai indomita involarsi lungo frequenze di coraggio
          perché il siculo orgoglio rinasca e più non sia miraggio.
          No quel dì lo stilo mio e l'impegno non tramortirono
          ma incontrastato in volo s'alza da Trapani al Palermitano
          dal mar ch'arabico fu all'ellenico Akragas e al Siracusano
          ovè l rimembrar s'ode di color che anco per noi perirono.
          Non chiedermi, uomo, che mai sia il coraggio
          sei tu sol se credi a beltà e civiltà della tua terra
          e alla velenosa arsura di lettere cinque di follia
          costante t'opporrai, sbarrandole la via.
          Cris Comelli
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            Scritta da: criscri

            Delazione

            Or qui or là è letal frusciare
            di velenose labbra l'imbrattar reale
            ch'in traditrici menti il grembo serba
            e l'insolente perfidia innerva.
            Che davver pensi curati di nol rivelare
            ti può ei giugner indietro a detrimento
            che il privato in pubblico si può in un attimo mutare
            e daga divenir che fendè l tuo sentimento.
            Mai vi sarà niuna generazione
            in cui maladetti rettili non faccian delazione
            sol il tuo intelletto e la tua salda coscienza
            scongiurar posson che minin la tua esistenza.
            Cris Comelli
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              Scritta da: criscri

              Intermezzo di jazz

              Urla d'indiavolato ardor la tromba
              e ad afro primitivo suon abbeverasi
              soffian di spartiti demiurgiche intuizioni
              che la complice, alleata aere
              di fruscii sonori inesplorati frustan.
              Parlate, tasti, o qualor vi sia disio
              a ostentarvi irridenti imprendete
              sulle mammelle di note ricolme
              d'un piano mille volte violato
              ch'eppur sempre s'erge a basaltico altar.
              D'intarsi onirici l'orchestra sfavilla
              all'eccitarsi orgogliosa offresi
              del gelido melodiar qual del caliente arpeggio
              e schiava si estenua di ancestral
              ma sempre multiforme solfeggio.
              E la chitarra di leonin ruggito ondeggia
              alle festanti corde e al plettro ruvida sposa
              è l musicar nell'arcan suo rappreso
              d'ebbrezza accrescesi e mai più riposa.
              Cris Comelli
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                Scritta da: criscri

                Di prische sorgenti il ricomporsi

                Il ricomporsi di prische sorgenti
                indifferente eppur turbato odo
                atavico scorrimento di memorie
                che viaggiano su unghie
                che mai il tempo ebbe a scalfire.
                Spettatore giaccio impotente,
                dell'assassino gioco del rintanarsi
                d'un'inviolata violenza.
                Si snoda il labirinto di rame delle rimembranze
                nel velenoso perimetro
                d'un antico, maleodorante cortile,
                finché il rimpiattino fedele non s'avanzi,
                sgargiante, irridente metafora
                del celarsi all'inopportunità del vivere.
                Muta veste e pavoneggiandosi va
                l'improntitudine dell'osare
                fino a frontiere di seducente vastità
                del bellicoso dimenarsi incurante
                tra scogliere d'orfica impotenza.
                nulla urla con più studiata veemenza
                dell'ombra di un pensiero
                sempiternamente anestetizzato
                dalle carceri d'un irrazionale volere,
                che a stagliarsi s'imprende provocante
                sulle mura d'un obliato edonismo.
                Il domani s'incunea
                su volto eburneo cesellato
                in fenditure di inestirpabile miseria.
                Cris Comelli
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                  Scritta da: criscri

                  Un riscatto alla vita

                  Ho pagato un riscatto alla vita,
                  il ventre velenoso di silenzi demoni infilzando,
                  nel nauseabondo nosocomio
                  di inscalfibili tristezze.
                  Rantolano odori acri d'incompiutezza
                  Sui deformi ruscelli di ecchimosi pur fanciulle.
                  Gemente odo
                  Il nevroso ondeggiare dello scapestrato
                  Agitarsi in faville di cancerogeno fango
                  Che recondite furoreggiano
                  In cellule prostrate
                  All'incapacità di ricamare salutari oblii.
                  Quando più non scorgerai
                  Alla croce in cui credevi avvinte
                  Le preghiere ch'il tuo abulico soffrire intarsiò
                  Allor ti celerai diacronico
                  Tra le siepi infuocate di parole impotenti e vane.
                  Del rovistar t'avanzerà l'insano disio
                  Tra gemmazioni di illusorie ripartenze
                  D'un fiabesco stagliarsi ostaggio
                  Tra cime di neve assonnata e distratta.
                  Tacer non saprà né vorrà
                  L'impronta dell'arcaico peregrinare
                  Su cui le spoglie della fantasmica autorealizzazione
                  Narcotizzate danzano e si estenuano.
                  Cris Comelli
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                    Scritta da: criscri

                    Santuario

                    Elevasi dell'ancestral orazion la flebil voce
                    e a carezza or di gaudio or di lacrima s'avvince
                    all'umil rivelarsi della lignea croce
                    ove a troneggiar giace colui ch'ogne mal vince.
                    Certo di quanto nel cor ha reale dimora
                    sol quel Cristo v'è,
                    che del tremebondo uomo la man afferra
                    in guisa di metatemporal aurora.
                    E aggirasi in estasi tra abbracci di navate l'alma
                    tra i quai morbidi affreschi regnan rifulgenti
                    ma anco polittici, mosaici e icone
                    che d'arte e religion serban i sentimenti.
                    E così librasi fuor del perimetro di Cronos ordinario
                    dei dì lo scandirsi in cotesto santuario
                    ove il luminescente sguardo della Vergine Maria
                    fier e complice traccia all'uman destin la via.
                    Cris Comelli
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