Come grano d'inverno cado al volere del tempo, cedo al passare del vento, e raccolgo petali strappati da una mano sconosciuta. Un vecchio albero affonda stanche le radici nella terra nera, un vecchio canuto siede lento su una panchina solitaria, un bimbo corre seguendo l'istinto, un fiore sboccia all'ombra di un melo, una nuvola insegue un gabbiano, la mia mano scrive, il mio cuore corre lontano.
E c'è che non trovo le parole, che non so dare un calcio ai pungenti ricordi di giorni meravigliosi, non so schiodarmi dalla parete dei ricordi e dare un pugno alla malinconia. C'è che profumi di vita, profumi di dolce e di amaro, di gioia e di dolore, profumi di donna. E non esiste giorno che non mi porti a te, e non esiste notte che mi allontani da te. Forse la vita ha davvero qualcosa da regalarmi ancora, forse non è finita qui, forse un giorno ti rivedrò e sorriderò dentro consapevole che sei solo una foto tra le tante, ma ora non posso far altro che aspettarti, aspettare e illudermi che torni, lo so è inutile, ma non potrei altrimenti.
Ti penso sottovoce per non farmi sentire dal tempo che ti porterebbe via da me, ti penso e i pensieri pesano come macigni che tremano, si staccano e crollano in un fracasso di suoni e fratture, ti penso e l'aria sa di te, del tuo profumo, lo sento, sei vicina. Ti penso e anche la luna sembra somigliarti, le stelle sono candele che ho acceso una ad una per guardarle e sapere che anche tu le guardi, ti penso e nient'altro voglio pensare. Rinchiudo spasmi di dolore in un sorso di wisky ed una fumata di sigaro, e punge dentro come il freddo questa sfinge di diamante chiamata cuore che cola dolore e urla il tuo nome.
Conosco il mondo da quaggiù, ho visto stelle cadere soli spegnersi esalando l'ultimo calore, ho visto sogni e speranze crescere e poi morire senza fiatare, ma non può essere tutto qui. Brucio le ali alla malinconia, strappo i veli della paura e funambolo incosciente, acrobata senza fili, giocoliere dell'amore, pagliaccio maledetto, faccio i conti sulle ceneri della notte e chiudo fuori il tempo. Riparto da qui, da un cumulo di macerie, un groviglio di lamiere, riparto senza te, riparto da me e da quella forza che non sapevo o non volevo trovare, costruirò un nuovo sogno da inseguire una nuova vita da riempire. Sussurro timidi pensieri, coloro promesse che ho fatto a me, assaporo la luce di un giorno nuovo, spicco il volo senza catene come albatro sui mari.
E questa qui che vita è? Un continua corsa verso il vuoto, una rincorsa senza appoggi, una scalata senza appigli. Immagini gocciolanti trasudano ipocrisia e falsità, voci tamburellanti addormentano lo spirito e placano le menti, volti satinati corrompono le anime e spengono la luce. E questa qui che vita è? Laciatemi respirare, vivere senza dover credere che tutto sia miglore di quel che è, perché se guardo indietro vedo un'immenso vuoto, un uomo che piange un'umanità svanita, una vita non vita.
Come una lama di luce nel buio attraverserai le notti spargendo amore a chi nella carne trova il conforto di una sera, lascerai impronte bianche intorno ad un bicchiere vuoto, camminerai senza sentire il vento che sta gelando le mani, inciamperai su una pietra solitaria e solo quando sentirai dolore, ed il sangue macchierà il volto pulito saprai di essere vivo.