Risorgono echi lontani dalle ceneri di un ricordo che trova pace nel solco di una lacrima, frustano gli occhi immagini di giorni vissuti, accendono la voglia di respirare un'aria dal sapore nuovo. Esco a dar fiato ai pensieri, e l'aria gela i polmoni, scalcio pietre solitarie e strappo un fiore dal suo angolo di mondo sicuro. Ma esiste un angolo sicuro quando la minaccia più grande è la stessa che ti tiene in vita, la stessa che ti da fiato e te lo toglie? Esiste un posto tanto lontano da sbiadire i ricordi e riportare in vita un sorriso che non vede luce da troppo ormai?
Lo sento dentro quel vecchio leone che ancora ruggisce, lo sento ancora scuotere l'anima ad ogni respiro, ringhiare ad ogni colpo schivato, reagire d'istinto. E sanguina la bocca, arde l'inferno nelle gambe, ma il cuore urla di rabbia e non conta quanto faccia male, non esiste catena che possa fermare la voglia di non mollare. Non ci vado al tappeto, non ora, non questo round, non oggi, l'ho sussurrato nel vento, l'ho promesso a me stesso.
Seguendo il profumo di una rosa ho incrociato i tuoi occhi e sfiorato le tue mani, ho respirato dai tuoi respiri, ho bruciato il sole col mio amore. Come una meteora a mezzanotte hai attraversato il mio cielo e l'hai spento d'un tratto senza avvisare, senza darmi il tempo di vedere. Ed ora tra le lacrime ed un sorriso isterico ti chiedo di restituirmi la vita, ti chiedo di ridarmi quell'impeto che scuoteva in petto ogni torpore, ti chiedo di lasciarmi andare se non sai restare.
Come una lama di luce nel buio attraverserai le notti spargendo amore a chi nella carne trova il conforto di una sera, lascerai impronte bianche intorno ad un bicchiere vuoto, camminerai senza sentire il vento che sta gelando le mani, inciamperai su una pietra solitaria e solo quando sentirai dolore, ed il sangue macchierà il volto pulito saprai di essere vivo.
Paura d'amare, paura di un cuore che impazzisce d'un tratto e decide la sua strada. Paura di un futuro che come una lente appannata offusca la vista, paura di un cielo improvvisamente più blu, paura di viver davvero. Ma tu prendi per mano la paura, non respingerla e diventerà la spalla che sorreggerà ogni tuo mancamento, la guardia alta che incasserà il colpo diretto all'anima. Lascia entrare il sole, lascia correre il cuore, lascia fiorire l'amore... ... lo meriti!
Credo al mio cuore quando mi urla di dormire di mettere a tacere tutto quanto quel dolore che ogni giorno sembra ingigantire. Credo alla mie mani che indicano un domani senza fulmini né tuoni. Credo ai tuoi discorsi sui miei giorni persi in un angolo senza luce nel silenzio senza pace. Credo ancora nell'amore nonostante viva nel terrore che per colpa di un errore possa un giorno smettere d'amare.
Come grano d'inverno cado al volere del tempo, cedo al passare del vento, e raccolgo petali strappati da una mano sconosciuta. Un vecchio albero affonda stanche le radici nella terra nera, un vecchio canuto siede lento su una panchina solitaria, un bimbo corre seguendo l'istinto, un fiore sboccia all'ombra di un melo, una nuvola insegue un gabbiano, la mia mano scrive, il mio cuore corre lontano.
E questa qui che vita è? Un continua corsa verso il vuoto, una rincorsa senza appoggi, una scalata senza appigli. Immagini gocciolanti trasudano ipocrisia e falsità, voci tamburellanti addormentano lo spirito e placano le menti, volti satinati corrompono le anime e spengono la luce. E questa qui che vita è? Laciatemi respirare, vivere senza dover credere che tutto sia miglore di quel che è, perché se guardo indietro vedo un'immenso vuoto, un uomo che piange un'umanità svanita, una vita non vita.
Quanti sguardi ho incrociato da quella maledetta sera, quanti occhi mi hanno fissato cercando risposte che non ho, quanti occhi ancora passeranno prima di trovar pace. Innumerevoli volte ho cercato i tuoi occhi nel resto del mondo, ma nessuno ha lo stesso brivido che nei tuoi si nasconde. Un brivido volato via, un brivido scivolato via tra mille parole e una sadica allegria che per mille ed altre mille notti ancora svuoterà i miei pensieri e spegnerà gli ardori.
Cade la pioggia e lava via una notte senza luna, cade e scivola lenta tra le mani, si affretta sul viso e solca lunghe linee sulla schiena. Ad ogni goccia un brivido scuote impetuoso il cuore addormentato, ad ogni goccia una lacrima si fa strada tra gli occhi scuri e va a morire sulle labbra. Sono sassi i pensieri che affollano le strade della mente, sono diamanti che non so più immaginare i tuoi occhi, sono giorni senza fiato i miei.