Troppe volte ho lasciato indietro pezzi di me che non ho più ritrovato, troppe volte ho avuto bisogno e non ho saputo chiedere, troppe volte mi ritrovo a rimpiangere treni che non ho preso, vita che non ho vissuto.
Affondare nei ricordi, rimescolare i sensi e perdersi in un respiro, ascoltare il frastuono e lo stridere incessante di pensieri spigolosi e frenare il cuore all'improvviso. Tremano le mani e bruciano le lacrime amare che scendono giù a rovesciare e stravolgere inconsistenti castelli di carta accatastati su un cumulo di false certezze. Scivolare senza appigli, senza un filo di voce per implorare qualcuno, qualcosa, chiunque, qualunque cosa. Fiamme quasi spente anneriscono e lentamente muoiono, cieli tersi si velano di terrore, anime stanche si accasciano.
Così cambia la vita, senza preavvisi, così crolla un mondo e si spegne una luce. Così cambia la vita, senza un perché, senza una spiegazione e può essere tremendo camminare a lungo sulle sponde deserte urlando invano al cielo. Ma la forza di un cuore indomito sa resistere anche ai sussulti più profondi e violenti e tu oggi sei il mio premio, tu sei la luce in fondo al mio orrendo tunnel, sei l'aria dopo una vita di affanni e fiato morto, sei il Dio che cercavo invano e che ora vedo nei tuoi occhi. Dormi tra le mie braccia piccolo fiore, lasciati cullare, lasciati proteggere, lasciati amare, lascia che la mia vita trovi un senso vegliando il sonno tuo, proteggendo la vita tua.
Come sparo dritto al cuore il respiro lacera la carne, copre di rumore il dolore, rimane il vuoto immobile. Una tempesta senza fine strazia impietosa i ricordi, soffoca rapida le parole lasciando solo fango e silenzio. Grida forte l'esule correndo incontro al nulla.
Conosco il mondo da quaggiù, ho visto stelle cadere soli spegnersi esalando l'ultimo calore, ho visto sogni e speranze crescere e poi morire senza fiatare, ma non può essere tutto qui. Brucio le ali alla malinconia, strappo i veli della paura e funambolo incosciente, acrobata senza fili, giocoliere dell'amore, pagliaccio maledetto, faccio i conti sulle ceneri della notte e chiudo fuori il tempo. Riparto da qui, da un cumulo di macerie, un groviglio di lamiere, riparto senza te, riparto da me e da quella forza che non sapevo o non volevo trovare, costruirò un nuovo sogno da inseguire una nuova vita da riempire. Sussurro timidi pensieri, coloro promesse che ho fatto a me, assaporo la luce di un giorno nuovo, spicco il volo senza catene come albatro sui mari.
È nelle onde più violente che ho letto il mio destino, nel rumore della rabbia che ho sentito la mia voce. Sbatte dentro il mare di paure che gelido uccide i germogli di pensieri e speranze nascoste, brucia sulla pelle scoperta il sale della verità, graffiano l'anima quelle schegge di me che ondeggiano perse tra le onde e il cielo.
Lento il fluire delle mani sui tasti screpolati dal tempo, veloce il battito di cuore. Infinite volte mi sono emozionato al ritmo del suono addolcito dal vento, infinite volte ho pianto bagnando le nocche impegnate a districarsi e incantare il cielo. Profuma l'aria di rose fresche e sento i brividi salire lenti, scuotere ogni atomo di questa nave senza remi e senza rotte. Regalo a te questa mia vita e te la porgo sulle mani increspate dall'intenso vivere, dall'intenso impavido ardire che ha bruciato ogni residuo pudore.
Tra cuore e mente abbiamo solcato rotte che il mondo brama famelico, abbiamo tracciato sentieri e riempito i vuoti, abbiamo cavalcato l'onda del dolore e del piacere, abbiamo ascoltato le urla dell'anima che prigioniera in corpo in un groviglio di passioni si libera ad ogni parola scritta col cuore. Tra cuore e mente abbiamo riempito di emozioni le nostre giornate e le pagine bianche delle vite altrui.
Seduto dietro un vetro guardo e non osservo il nero profondo che è davanti i miei occhi. Fisso il vuoto a mani incrociate, senza trovare mai il coraggio di puntare giù lo sguardo. Sento voci sussurrare melodie conosciute ma non so ricordarne il senso, recito il mio copione strappando applausi e finti sorrisi, mi emoziono e chiudo fuori gli sguardi affamati. Aspetto l'ultima luce, aspetto l'atto finale con la consapevolezza che per un uomo senza veli non esiste il lieto fine.
Un Dio forse distratto ha chiesto il conto alla vita mia, ma non ha visto che dietro l'angolo a spiare ogni mossa c'ero io, io che ogni giorno respiro in bilico tra cielo e terra, io che traccio solchi fondi ad ogni passo, io che sogno a stento ormai. Un Dio forse distratto ha chiesto il conto alla vita mia, ma non ricorda le notti intere passate a pregare col cuore, ignora le parole è sordo ad ogni pensiero. Un Dio forse distratto ha chiesto il conto alla vita mia e sto pagando giorno dopo giorno ma chi paga quando poi l'errore è suo? Un Dio forse distratto ha chiesto il conto alla vita mia, ma non sa che questa notte chi non paga sono io.