Antipodi tripodi
L'amor,
te,
la morte.
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L'amor,
te,
la morte.
I lievi cicalii delle lucette sull'albero in oro e argento,
i fruscii del giradischi
fra i solchi del vinile,
la neve bianca di luna
dalla finestra sul bosco,
la morbida vestaglia rossa
quando avevo la febbre.
Questo mio kardia
batte senza posa
da quand'era piccino
come boccio di rosa.
Muscolo di vita,
caldaia di pensieri,
A volte salta il passo
o vibra a spron di tamburo
e quand'è vecchio e solo
si fa così malinconico e assassino.
S'empie, spinge e sparge sangue
dall'alluci fin su ai capelli
e quando smetterà questa pompa magna
vorrei cader nel sonno anch'io
senza lagna.
Non ci sarebbe niente da ridere
se non di noi stessi,
eppur belle mietitrici
falcian via le messi,
contente,
con l'Amor in mente.
E pur la vecchia mietitrice
falcia via avida le genti, indifferente,
tale è Morte repente.
Non si può far a meno di sorridere, allora,
se così son disposti i denti
dei nostri poveri teschi.
L'Amore,
è solo sfregamento
o incantesimo d'anime
nell'incrociar di sguardi
in un momento?
Le nostre piccole vite
sono state da tempo forgiate
nelle fucine d'antiche stelle
ormai già collassate.