Le migliori poesie di Federico García Lorca

Poeta e drammaturgo, nato domenica 5 giugno 1898 a Fuente Vaqueros (Spagna), morto mercoledì 19 agosto 1936 a Alfacar (Spagna)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Maresa Schembri

Anima assente

No te conoce el toro ni la higuera,
ni caballos ni hormigas de tu casa.
No te conoce el nino ni la tarde
porque te has muerto para siempre.
No te conoce el lomo de la piedra,
ni el raso negro donde te destrozas.
No te conoce tu recuerdo mudo
porque te has muerto para siempre.
El otono vendrà con caracolas,
uva de niebla y montes agrupados,
pero nadie querrà mirar tus ojos
porque te has muerto para siempre.
Porque te has muerto para siempre,
como todos los muertos de la tierra,
como todos los muertos que se olvidan
en un montòn de perros agapados.
No te conoce nadie. No. Pero yo te canto.
Yo canto para luego tu perfil y tu gracia.
La madurez insigne de tu conocimiento.
Tu apetencia de muerte y el gusto de su boca.
La tristeza que tuvo tu valiente alegrìa.
Tardarà mucho tiempo en nacer, si es que nace,
un andaluz tan claro, tan rico de aventura.
Yo canto su elegancia con palabras que gimen
y recuerdo una brisa triste por los olivos.
Non ti conosce nè il toro nè il fico,
nè i cavalli nè le formiche di casa tua.
Non ti conosce il bambino nè la sera
perché tu sei morto per sempre.
Non ti conosce il dorso della pietra,
nè il raso nero dove ti distruggi.
Non ti conosce il tuo muto ricordo
perché tu dei morto per sempre.
Verrà l'autunno con le conchiglie,
uva di nebbia e monti aggruppati, ma nessuno vorrà guardare i tuoi occhi
perché tu sei morto per sempre.
Perché tu sei morto per sempre,
come tutti i morti della Terra,
come tutti i morti che si scordano
in un mucchio di cani spenti.
Nessuno ti conosce. No. Ma io ti canto.
Canto per dopo il tuo profilo e la tua grazia.
La grande maturità della tua intelligenza.
Il tuo appetito di morte e il gusto della sua bocca.
La tristezza che ebbe la tua coraggiosa allegria.
Tarderà molto a nascere, se nasce,
un andaluso così puro, così ricco d'avventura.
Canto la sua eleganza con parole che gemono,
e ricordo una brezza triste negli ulivi.
Federico García Lorca
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    Alberi

    Alberi,
    eravate frecce
    cadute dall'azzurro?
    Che terribili guerrieri vi scagliarono?
    Sono state le stelle?

    Le vostre musiche vengono dall'anima degli uccelli,
    dagli occhi di Dio,
    da una perfetta passione.
    Alberi!
    Le vostre radici rozze si accorgeranno
    del mio cuore sotto terra?
    Federico García Lorca
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      Altro sogno

      Una rondine vola
      lontano!...

      Ci sono fioriture di rugiada
      sul mio sogno,
      e il mio cuore gira
      pieno di noia,
      come una giostra su cui la Morte
      porta i suoi bambini.
      Vorrei a questi alberi
      legare il tempo
      con una corda di notte nera
      e tingere poi
      del mio sangue le rive
      pallide dei ricordi!
      Quanti figli ha la Morte?
      Li ho tutti nel cuore!

      Una rondine viene da molto lontano?
      Federico García Lorca
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        Scritta da: Eclissi

        Casida del pianto

        Ho chiuso la mia finestra
        perché non voglio udire il pianto,
        ma dietro i grigi muri
        altro non s'ode che il pianto.
        Vi sono pochissimi angeli che cantano,
        pochissimi cani che abbaiano;
        mille violini entrano nella palma della mia mano.
        Ma il pianto è un cane immenso,
        il pianto è un angelo immenso,
        il pianto è un violino immenso,
        le lacrime imbavagliano il vento.
        E altro non s'ode che il pianto.
        Federico García Lorca
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          Potessero le mie mani sfogliare

          Pronunzio il tuo nome
          nelle notti scure,
          quando sorgono gli astri
          per bere dalla luna
          e dormono le frasche
          delle macchie occulte.
          E mi sento vuoto
          di musica e passione.
          Orologio pazzo che suona
          antiche ore morte.
          Pronunzio il tuo nome
          in questa notte scura,
          e il tuo nome risuona
          più lontano che mai.
          Più lontano di tutte le stelle
          e più dolente della dolce pioggia.
          T'amerò come allora
          qualche volta? Che colpa
          ha mai questo mio cuore?
          Se la nebbia svanisce,
          quale nuova passione mi attende?
          Sarà tranquilla e pura?
          Potessero le mie mani
          sfogliare la luna!
          Federico García Lorca
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            Scritta da: Eclissi

            Canzone d'autunno

            Oggi sento nel cuore
            un vago tremore di stelle,
            ma il mio sentiero si perde
            nell'anima della nebbia.
            La luce mi spezza le ali
            e il dolore della mia tristezza
            bagna i ricordi
            alla fonte dell'idea.
            Tutte le rose sono bianche,
            bianche come la mia pena,
            e non sono le rose bianche,
            perché ci ha nevicato sopra.
            Prima ci fu l'arcobaleno.
            Nevica anche sulla mia anima.
            La neve dell'anima ha
            fiocchi di baci e di scene
            che sono affondate nell'ombra
            o nella luce di chi le pensa.
            La neve cade dalle rose,
            ma quella dell'anima resta
            e l'artiglio degli anni
            ne fa un sudario.
            Si scioglierà la neve
            quando moriremo?
            O ci sarà altra neve
            e altre rose più perfette?
            Scenderà la pace su di noi
            come c'insegna Cristo?
            O non sarà mai possibile
            la soluzione del problema?
            E se l'amore c'inganna?
            Chi animerà la nostra vita
            se il crepuscolo ci sprofonda
            nella vera scienza
            del Bene che forse non esiste
            e del Male che batte vicino?
            Se la speranza si spegne
            e ricomincia Babele
            che torcia illuminerà
            le strade della Terra?
            Se l'azzurro è un sogno,
            che ne sarà dell'innocenza?
            Che ne sarà del cuore
            se l'Amore non ha frecce?
            Se la morte è la morte,
            che ne sarà dei poeti
            e delle cose addormentate
            che più nessuno ricorda?
            O sole della speranza!
            Acqua chiara! Luna nuova!
            Cuori dei bambini!
            Anime rudi delle pietre!
            Oggi sento nel cuore
            un vago tremore di stelle
            e tutte le rose sono
            bianche come la mia pena.
            Federico García Lorca
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              Scritta da: Paul Mehis
              Dice la sera: "Ho sete d'ombra"
              Dice la luna: "Io ho sete di stelle!"
              La fonte cristallina chiede labbra,
              sospiri chiede il vento.

              Io ho sete di aromi e di risate.
              Sete di canti nuovi
              Senza lune ne gigli,
              e senza amori morti.

              Un canto mattutino per cui tremi
              La quiete dei ristagni
              Dell'avvenire. E colmi di speranza
              Sia le onde che le melme.

              Un canto luminoso e sereno,
              pieno di pensiero,
              vergine di tristezza e di angosce
              e vergine di sogni.

              E senza carne lirica che colmi
              di risate il silenzio.
              (Uno stormo di cieche colombe
              lanciate al mistero. )

              Canto diretto al cuore delle cose
              e all'anima dei venti
              e che riposi infine nella gioia
              del cuore eterno.
              Federico García Lorca
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