Poesie di Francesca Romana Casimirro

Questo autore lo trovi anche in Racconti.

Scritta da: Inés

Sono l'Onda Che Porta Via

Sono l'onda che porta via
dalla spiaggia ogni giorno
quello che resta di un sacco di gente
che viene e che va.
Che sia dolce o irruenta
cambio le cose.
Le rispolvero, le faccio
sempre un po' nuove.
Il mio compito è svegliare
le coscienze assopite,
che non si riconoscono più nel corpo
e nella vita cui sono affidate.
Le coscienze vengono rapite,
dentro di me e con me
sbattono sul fondo, o si alzano fiere,
annegano e riemergono
a volte senza vita.
Senza fiato e abbandonate, le prendo,
le rianimo e di nuovo le abbandono
sulla riva della vita.
Nessuno dica che non è utile.
Nessuno si lamenti
se gli apro gli occhi con acqua salata!
Il sale disinfetta!
L'onda lava, l'onda lubrifica
le labbra riarse, le fa purpuree, le riempie.
L'onda travolge e sconvolge.
Eppure, essere senza vita,
posso rianimarti
ora che sei morto annegato dentro di me,
e non riuscire a giovarti a nulla,
se continui a tenere gli occhi chiusi
per ostinazione.
Francesca Romana Casimirro
Composta venerdì 1 ottobre 2010
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    Scritta da: Inés

    Destiny

    Dove mi porti?
    Mi prendi la mano,
    ma dove andiamo?
    Cola dalle dita
    una colla strana
    e un odore
    squallido...
    Di ferro.
    Dove mi porti
    così conciata?
    Aspetta! Ho le mani sporche, aspetta!
    Le voglio lavare...
    Cosa?
    Dici che è diverso,
    che la vita non sporca,
    che sono tatuaggi
    e la colla...
    Adesso ho capito, Destiny,
    prendimi la mano
    e portami con te,
    lontano o vicino
    avremo grandi sorrisi
    e aria fresca e limpida.
    Francesca Romana Casimirro
    Composta lunedì 20 settembre 2010
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      Scritta da: Inés

      La Luna Delle Tue Spalle

      La luna
      delle tue spalle
      sale tenera e fiera
      verso il sole che irradia
      dal tuo leggero sorriso
      quando seduto
      t'osservo intento
      a fare e disfare
      quotidianità.

      Pieno
      il braccio scende
      a serrare dolce
      chi la delicatezza teme
      più del fuoco.

      Stretti
      siamo due pezzi
      di pane caldo,
      fresca
      l'affettuosità
      emana odori impercettibili
      di panna montata.

      Gentile
      il tuo sguardo
      ha sapore di casa,
      e forte come colonna
      mi chiudi ancora
      nell'abbraccio
      che resta.

      Mi tieni così
      saldamente;
      respiri,
      e respiro.
      La luna risale
      mentre il sole
      è già andato a dormire.

      Splende la luna
      delle tue spalle lontane,
      e ritorna da sola
      la tua voce tonante
      accarezzando
      la mia pelle di zucchero,
      sangue, desiderio
      e farina.
      Francesca Romana Casimirro
      Composta giovedì 16 settembre 2010
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        Scritta da: Inés

        Sono Pulita

        Vieni uomo, senza paura,
        dal tuo fior di magnolia...
        Abbandona le tue mani nelle mie,
        avvicinati a me, seduta su questa pietra.
        Non c'è bisogno che incroci i miei occhi
        spaventosi, sfacciati, troppo profondi
        per la tua cintura di spine e tranquillità...
        Fai solo scendere le mani su di me
        come se fossero gocce di pioggia
        senza tempo e senza malizia.
        Fai che sia un piacere naturale
        come un bicchiere di vino buono,
        come se fosse il profumo del mare.
        Poni le mani sul mio viso, benedicimi,
        consacrami, accarezza la mia fronte
        e le guance con tenerezza.
        In silenzio ti guardo: t'innalzi come torre,
        ti scaldi e tremi come il legno nelle mani,
        emani forza da ogni centimetro del corpo
        ma la controlli, dalle tue spalle larghe.
        Lascia cadere il muro intorno, fallo ora!
        Fai che sia una volta ancora bambino,
        cammina da solo nel buio di notte...
        All'alba t'aspetta con la tela infinita
        la donna che tesse sulla riva del mare
        tra vigneti e vendemmie.
        Scivolano le mani sotto il mio mento,
        chiedi uno sguardo, indaghi in esso
        come fossi una ladra... No, non lo sono.
        Sono pulita.
        Lascia incustodito il tuo cuore, uomo,
        ne avrò cura, senza abbandonarlo mai.
        Sono pulita.
        Francesca Romana Casimirro
        Composta lunedì 13 settembre 2010
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          Scritta da: Inés

          Mi Chiesero Parole Che Dicessero Di Te

          Mi chiesero parole
          che dicessero di te...
          E non ne trovai
          perché ci amammo
          di un amore muto.
          Nessuno seppe mai
          quanto amore fosse,
          e quanto inarrestabile
          la corda
          ora stretta, ora lenta...
          Nessuno seppe mai
          che tutto tacque
          già dentro di te impaurito,
          er altri dolori:
          "Silenzio! Non dire!
          Non voglio ascoltarti,
          è ridicolo!... Se non te lo dico,
          non lo saprai mai.
          Se non fermi i miei occhi per dirmelo,
          io non saprò mai
          che tu stessa mi ami."
          Passato un anno
          di strette e cacciate,
          respiriamo da soli,
          e senza sosta pietosa,
          una assenza pesante,
          riempiendo di caos
          i timpani stanchi,
          le mani grandi, tremanti...
          Alla luna, affacciata
          canto una nenia soave,
          stanotte, per te lontano,
          che ascolti
          girato di spalle.
          Per te che neghi
          sia mai stata cantata,
          neghi al tuo cuore
          un amore salato,
          neghi a te stesso
          la libertà: "Azzardata."
          Negando la vita
          alla vita che chiede,
          rimani felice,
          su pietra innalzato.
          Francesca Romana Casimirro
          Composta venerdì 10 settembre 2010
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            Scritta da: Inés

            Mi Parlano Da Lontano

            Mi parlano da lontano i nostri luoghi,
            arrivano come rapaci notturni
            i suoni che lacerano,
            una risata, un silenzio impaurito,
            un tonfo, un respiro profondo,
            un jeans che cade.
            Mi parlano da lontano i nostri odori,
            arrivano come gas a soffocarmi
            nel letto,
            il petto, le mani,
            la bocca, il tabacco,
            l'uomo.
            Francesca Romana Casimirro
            Composta giovedì 9 settembre 2010
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