Cercando nel giardino dei ricordi ti vedo in mezzo ai fiori ma subito ti scordo mi sforzo per non ti far volar lontano ma il vento non mi aiuta e tu stai scomparendo piano piano
Sembra che stiano ridendo di me una rosa che parla sottovoce a un tulipano
Ti penso allora tanto intensamente non voglio uscire subito da questo giardino ma tenendo gli occhi chiusi inciampo sopra uno scalino e finisco con la faccia contro un aiuola di ciclamino
Mi alzo mi ripiglio e mi ritrovo tra le mani un giglio adesso in testa ho un grande scompiglio i fiori che si mischiano ai ricordi il cielo che si apre barche in mezzo al mare o a dormire sotto i fiordi
Ti vedo un'altra volta e adesso stai prendendo un treno al volo salgo su ma fuori dalla galleria mi trovo faccia a faccia con un crisantemo però non ti ho vista scendere dal treno
Forse sono io che non ci vedo bene un velo oscura gli occhi come temporali estivi che ricoprono di nuvole chiare giornate tramutandole come se fosse notte
Subito acqua scende e bagna questo giardino dei ricordi che si apre e fa vedere tutti i colori come giorno di festa tutti i colori che abbiamo nella testa
Vorrei trovare il tempo per finire questa storia ma mi son fatto vecchio non ho più memoria
Ti vedo nel giardino dei ricordi ma subito ti scordo.
Sfogliando con la mente le pagine della memoria voglio capire a che punto siamo in questa nostra storia
Scoprendo con soddisfazione poche pagine di sconfitte e molte di vittoria
Trovo le pagine che non abbiamo mai letto quelle dei consigli su come crescere i nostri figli
Lo so che esistono libri d'autori che spiegano come fare i genitori cosa dire cosa fare quali regole adottare quando si può parlare o quando devi tacere.
Ma che non ho mai avuto tempo di comprare.
Amore e ancora amore dato in ogni occasione nei gesti nel parlare nel doversi confrontare nei cambiamenti e nei modi di pensare e leggo negli occhi dei miei figli pagine d'amore
E sono assai felice per le donne che li sapranno catturare
Certo che fare il genitore è un duro... lavoro ma per fortuna ci sei tu non sono solo
Vieni con me vicino alla finestra guarda... stanno spiccando il volo.
Seduto sulla riva guardo con tristezza lo scorrere del grande fiume risalgo con la mente la corrente e aiutato da vecchi racconti ripenso a quando era possente intrepido invadente facendo beffe ad argini alzati come mura ricordo esondazioni la paura
Ora le rive sono artificiali e lo scorrere del grande fiume contro i cubi di cemento rilascia note tristi come un lamento e le gocce di rimbalzo credo siano il suo pianto
È vero questo grande fiume ha trascinato nel suo corso molte vite e se ne è appropriato ma non ha mai chiesto niente è l'uomo che l'ha sfidato
Per colpa nostra le poche volte che ancora salta giù dal letto arriva a ricoprir le case fino al tetto
Ma noi non ci pensiamo non lo ascoltiamo non ne sentiamo il flusso e questo gran regalo di natura sta diventando un lusso
Pensare che la portiamo dentro... in noi saremo spenti se non ci fosse lei ma continuiamo a non apprezzarla e dir che il mondo intero ne parla
Sappiamo e siamo bravi a trarne godimento nelle giornate estive per rinfrescarci in un caldo momento
Godere... quando non vediamo l'ora di poterla bere
Intanto continuiamo ad annaffiare il prato verde e lei ci guarda e ci saluta si perde e nonostante tutto ci sentiamo puri e i fiumi sono sempre più asciutti scuri
Seduto sulla riva del grande fiume immagino le barche di vecchi pescatori che tornano alla rive ricolme di pescato che il fiume regalava come suoi tesori
Ora quei pescatori non ci sono più restano le frasi tramandate riflesse come immagini da vecchi specchi
Come vorrei che i nostri figli vedessero ancora lo scorrere del grande fiume e non sfogliarlo tra le pagine di libri vecchi.
Ed ho aspettato invano davanti alla tua porta per arrivare in tempo nel correre ho preso anche una storta
Fa niente passerà anche questo male intanto il cielo si sta annuvolando ci mancava il temporale
Sono senza ombrello e qui non c'è riparo ma tu non sei puntuale e il gusto dell'attesa diventa molto amaro
Pazienza... aspetterò
Per ora mi assottiglio lungo il muro sotto il cornicione e subito Sciak! Una cacca di piccione
Guardo con impazienza l'orologio del telefonino e lui mi scivola di mano come goccia d'acqua finisce in un tombino
Mi abbasso per cercare di riprenderlo prima che vada a fondo ma una macchina passando centra in pieno la pozzanghera vicino di colpo mi ritrovo fradicio pieno d'acqua e di sgomento sembro uno straccio da pavimento
Pensare che m'avevi detto non tardare e adesso cosa faccio? Sto ancora ad aspettare?
È già passata un'ora il tempo non migliora ed io comincio a stare male vorrei mandarti a c... ma non mi piaciono le offese e ti mando dolcemente a quel paese.