Nubi ammassate d'inverno feriscono il cielo d'autunno di cicatrici d'acqua e sale.
Acide lacrime asciutte scagliano stille sull'anima, scivolando sulla pelle scura come lame taglienti d'una accusa.
Urlando in profondi silenzi, stringiamo le catene delle tue paure coi fili tesi dei mie discorsi a maglie sciolte, alla ricerca d'un instabile equilibrio.
Come la radice può inclinare l'asfalto, un istante sfuggito al tempo, una parola rapita da un volo possono bastare a far crollare tutto, a trasformare due sguardi in due cammini, rivelando l'altra faccia dell'amore.
La città della sera -come un mappamondo di stelle ubriache di malinconia- si riflette su un cielo di occhi, si perde in una miriade di sentieri che si acquietano inondandosi di luci...
Un mistero di silenzio ci separa mentr'io ti sento ancor più vicina, nei paraggi dell'esistenza.
Nelle tue labbra ordinatrici trova ordine la mia vita; le tue parole racchiudono inesplicabili spazi, varcando senza vesti profondissime gote ed indugiando librate nell'aria (come aloni sospirati dal vento... ).
La mia voce tremante s'incatena alla tua suadente; in ogni mio pensiero converge un brivido in fiamme, mentre il mediterraneo delle mie labbra emette scintille di fuoco -per te-.
Ti ho vista, in un momento ti sei persa; mi ungesti di luce e in un attimo i miei occhi presero la forma dei tuoi sguardi, liberando per te sguardi d'Amore incontrollati (vetri spezzati che si specchiano, granelli di sabbia che si bagnano... ).
Un linguaggio ancestrale trasuda dal tuo sorriso, mentre la mia mano - impigliata nella rete di oggi e di ieri - è ancora riversa sulla tua, rifugiandosi in una valle d'eternità e d'immenso...
Imprigionato ai tuoi passi seguo la tua ombra in simbiosi; ogni carezza -freccia puntata d'ogni tentazione- permuta il dolore represso in un grido, mentr'io raccolgo un fiore bianco di magnolia per ritrarti un'altra volta.
Abbattuti muri di resistenza, tolgo il sonno alle labbra, supero ogni lecito confine, perché un bacio ricopra la distanza che rimane tra la tua Amicizia ed il mio Amore! Ed intanto sento sprofondare sotto me un vuoto cresciuto all'altezza esatta del piacere (pozione segreta da bere - rabbrividendo - in fretta).
Addormentata nella strada d'un sogno, rivedo te ogni giorno nell'orbita di gesti non compiuti, di sguardi non sferzati; la notte il rosso dei miei pensieri tinge le tue vesti di carne per dare l'ultimo tocco alla tela che ti ritrae folgorante (scintilla di sole pronta ad infiammare il cielo! ).
Il nostro Amore rimarrà il sogno irrealizzato d'un bambino, il volo accennato d'un gabbiano, il frutto non raccolto d'un giardino, perché noi siamo come due abissi che s'incontrano: un pozzo senza luce che fissa il suo cielo senza fondo...
Sono spazi decrescenti di vita queste lacrime vuote che a tratti riemergono in mare inondando canali secchi e paralleli di pensieri aridi e blasfemi che marciscono al fondo, alla foce dell'anima.