Se libero la mente presto camminerò verso l'ignoto con la paura del peccato non commesso ma immaginato ad arte da chi professa inganno per secoli trascritto da genti sconosciute disposte a credere senza guardare attorno un mondo popolato di lingue indefinite esseri animali piante e vegetali diversi popoli che non sapendo vivono senza peccato alcuno perché di idoli o dei non sentono bisogno se non per dirsi che la madre terra è viva quanto loro e poi sarà per sempre viva anche senza di loro.
Mi avvicino a questo foglio bianco poi sarà colore che invade tutto quanto giallo rosso e turchese si accostano spingendo il nero e il blu ai margini per dar contorno risalto con il verde qua e la rimescolo e pennello le forme sfumate tra figure umane e paesaggio avvolgono nel mistero del divenire che ancor mi chiedono di farle belle sapendo di coprir con esse quel foglio bianco amico di chi ama colorar la vita immortalando l'attimo per sempre.
Sereno il mio viso quando guardo il mattino ancora ho tempo per te fino a sera sarà meraviglia grato alla vita ti accolgo per sempre dove il pensiero sconfina infinito parole tue e modi di fare penetrano il ricordo di te quando un mondo perfetto mi appare vuol dire che ho ancora un mattino da viver con te.
Supero la barriera che improvvisamente poi rallenta il mio corpo stritolato ma indenne quasi ancora vivo vedo l'eternità e perciò capisco il difetto di cosa accadrà domani e sospiro all'idea che il ripetersi ancora dei giorni mancanti mi conducano poi a colui che è sconosciuto ma che non vuole il mio corpo ma solo il sapore dell'anima pura e dolce di me.
Quasi ancora sento il tuo profumo che di scatto incombe la nostalgia di te che agguanti il mio cuore caldo che freme per amore ma consapevole del non durare. e piange ancora tradito e ancora tradito trema di passione che non dimentica il venir meno della gioia che breve si era insinuata e avvolta da quel guanto che diventato morbido raffredda il mio cuore e muore.
Girato l'angolo ed è subito vuoto che il caldo asfalto fa tremare l'aria e piango sono solo piccolo dalle calzette corte braghette anche e se guardo bene anzi se sento quell'asfalto dentro me il buco della suola mi consuma di vergogna. Mi rituffo ancora solo nell'oblio di quel ricordo e piango ancora solo sono ma quel buco non c'è più nella mia scarpa ma rimane solo un buco nella mia anima.
Il pessimo carattere sbriciola il pensiero che tarda a venire di chi si sente debole e affonda il colpo quando supino altera il contrasto incline decisione di come il furore intaglia la voglia di spezzare il ritmo di quel nemico che ardito svetta perché forte pessimo incalza quel molle personaggio solo buono a criticare senza conoscenza e dunque pronto a fare male alla coscienza sol perché non trae vantaggio di quel buonismo che paga spesso in arroganza e si ritrae in conoscenza di quel carattere che di pessimo ha la lealtà venga perciò eletto giudice del mondo intero sebbene tale mondo non è sincero.
Denaro non sei prudente il tuo spostarti di mano in mano travolge irrompe nella coscienza carpisce sentimenti non veri produci corruzione e benessere trasformi il buono e ne trai consenso aspetti la sera per non farti contare ma rubare dimmi hai forse visto la pietà forse anche il piacere dell'amore nascosto tra le mura senza riguardo trasformi l'uomo in miope esattore il seme della vita è dentro te il fango della morte ti sormonta dimentichi le mani di chi soffre calpesti la natura il cieco il sordo e il muto ti annusano pensando ma questo è forse il volto della miseria che tocca tutto e tutti ma poi non regna dove lui non ha valore.
Il movimento continuo della corsa incalza il muscolo che stride consapevole che quando finirà sarà sollievo per poi ancora tempo che passa giunge il trauma di per se voluto breve il ricordo della fatica che di riflesso il primeggiare non sente ragione e subito il movimento chiama corsa corsa e trepidante metto le scarpette e via per faticare.
La voce sempre più alta trapassa e piega il mio ascolto che già era indeciso e confuso ma obbligato da quel tenore si dilegua in un finto interessamento fino ad esaurirsi sperando che cessi crea stupore e aggressività non voglio perché mi rende fragile disturbato e inchiodato mi sento solo urlo ora come non mai per imporre il pensiero che non verrà mai ascoltato da quell'essere ingombrante privo di umanità miope il dubbio riduce il mio cuore che diventa sistema arrogante del caos.