Tuffato si era il sole dietro l'orizzonte Ma ancora i suoi bagliori Tingevano d'un diffuso rosso Cielo mare e sabbia Come a voler scaldare ancor la poca gente Intenta a radunar svogliatamente le sue cose Per prolungar la dipartita E non abbandonar quel paradiso Ma lentamente la spiaggia si fè vuota Non si udì più parola Solo il rumor di dolce onda A carezzar la sabbia Che attendeva a riva Le mie braccia cingevano il tuo corpo ignudo L'azzurro dei tuoi occhi Fu lancia dentro i miei E non vedemmo più Neanche la notte che ci avvolse Fin quando un più ardito alito di vento Riportò il reale su di noi Ridonando luce alle pupille nostre Ci avvolgemmo allora In quella piccola coperta Stringendo ancor di più le nostre carni A non lasciar fuggir quel tiepido calore Che sulla nostra pelle Ancora rimaneva La notte era sparita Un chiaror mai visto prima La spiaggia intera illuminava Volgemmo gli occhi al cielo E quella luna blu Con la sua luce ovattata nel silenzio Inviava su di noi le sue carezze Regalandoci quel senso della pace Che invano ognor si cerca in questa terra Un giorno dietro l'altro Nel tempo già passato E in quello che verrà.
Quest'acqua che scorre Non lava la sponda. La sporca, la infanga, La rende deforme. E tu provi a cambiare Ciò che non puoi. Tenti e ritenti Con vana speranza. Con fede tenacia Ti rompi le dita E l'acqua ti sporca E tu hai fallito.
C'era buio nel mio cuore. Era notte. Certo ch'era notte! Dov'è finito il buio tetro Di quella notte ch'era il mio regno? Agli occhi miei, Aperti, eppur spenti, Non appariva forma alcuna. Giammai! Oggi... il miracolo! Ma... allora... i miracoli non sono solo storie? Ho visto occhi nuovi, Mai visti prima. Occhi sorridenti. Ma possono gli occhi sorridere? Io li ho visti... E sorridevano. Quegli occhi, Color d'un prato a primavera, Hanno donato battiti al mio cuore Ch'era immoto da tempo immemore. Han dato voce Alle mie labbra mute. I miei occhi Hanno risposto a quel sorriso... Li ho visti sorridere Specchiandosi in quegli altri. Durerà?
Fischia forte il vento Gli alberi si curvano a toccar la terra Spacca un lampo il cielo ch'è in rivolta Scorre il sangue nelle fogne E quel fragile fuscello credeva nella vita È scritto in ogni dove Credete nella vita Menzognera invocazione Continua intanto il vento a fischiare inferocito E il gelo stritola le pietre Esce il fumo da un camino Anche il fumo è vita La nuvola che passa Il tuono che rimbomba Tutto è vita Dicono così Ma io guardo quel fuscello Pur'esso credeva nella vita Sento ancor quel vento che picchia corpi morti Vedo il gelo che stritola i macigni E fuori torturato il fumo del camino Sento ancor quell'urlo della vita Non so s'è il suo pianto o l'inno suo Gioia o funereo canto Tutto stride intorno a me Non trovo la mia via Se mai la via c'è Il grigio più balordo confonde ogni colore Chiusi o aperti gli occhi rimbalzano su me Ignorando il mondo e la sua vita Così Nel vortice del fondo Discendo la spirale.
Tuffato si era il sole dietro l'orizzonte Ma ancora i suoi bagliori Tingevano d'un diffuso rosso Cielo mare e sabbia Come a voler scaldare ancor la poca gente Intenta a radunar svogliatamente le sue cose Per prolungar la dipartita E non abbandonar quel paradiso Ma lentamente la spiaggia si fè vuota Non si udì più parola Solo il rumor di dolce onda A carezzar la sabbia Che attendeva a riva Le mie braccia cingevano il tuo corpo ignudo L'azzurro dei tuoi occhi Fu lancia dentro i miei E non vedemmo più Neanche la notte che ci avvolse Fin quando un più ardito alito di vento Riportò il reale su di noi Ridonando luce alle pupille nostre Ci avvolgemmo allora In quella piccola coperta Stringendo ancor di più le nostre carni A non lasciar fuggir quel tiepido calore Che sulla nostra pelle Ancora rimaneva La notte era sparita Un chiaror mai visto prima La spiaggia intera illuminava Volgemmo gli occhi al cielo E quella luna blu Con la sua luce ovattata nel silenzio Inviava su di noi le sue carezze Regalandoci quel senso della pace Che invano ognor si cerca in questa terra Un giorno dietro l'altro Nel tempo già passato E in quello che verrà.
Svegliarsi all'alba Quando sol parvenza c'è di luce. E quel debole chiaror Di un sole non ancora sorto, Dirige gli occhi tuoi Allo sfocato viso Adagiato sul tuo fianco, Nella calma del sonno ancora immerso O forse perduto in un suo sogno. Mentre lieve il suo respiro, Dalle labbra sol socchiuse, Dolcemente accarezza la tua spalla, Infondendo in te quel sentor di pace, Per lunghi anni da te cercato per il mondo, Ma che sol l'arrivo di quel volto Ti ha donato. Intanto la luce del mattino prende vigore, E gli occhi di quel volto Lentamente si dischiudono. Incontrano i tuoi. Lieve un sorriso sulle sue labbra, E tenue la voce Ti sussurra: "Ti amo, ho sognato di te".
A ognuno di noi B asterebbe ricevere una B riciola di bene per A vere la sensazione di N on D over sentirsi O scurati N el mondo A nnebbiato dove T utti se ne I nfischiano di tutti.
Ho avvolto la mia vita In uno sporco straccio Che ho buttato nell'oblio Convinto dell'inutilità del tutto Non so se in quell'oblio a lungo resterà Ho creduto Che quel tutto altro non era che niente Ora Un altro cesto di rifiuti Giace in un angolo di mondo Rifiuti Che qualcuno coprirà con terra E tutto sarà Come non fosse mai stato Parole sussurrate Parole gridate Parole non dette Desideri Speranze Pensieri d'amore Illusioni e delusioni Il tutto nel nulla A ché questa vita.
La strada era finita Sotto di lui profondo il precipizio Aspettò la calma del suo respiro affannato Chiese a se stesso se laggiù era l'inferno Alzò gli occhi al cielo Ali non ne aveva La sua meta era giù in quel burrone Nessun essere errante su questa terra È proprietario di ali Sol parvenza Anche per gli uccelli Pur essi destinati un dì a precipitar nel fosso Se del paradiso dimora è il cielo E alla fine di affannosa corsa Niente e nessuno può volare in alto Meta di tutto è il profondo nero Che al di sotto aspetta a braccia aperte Anche l'illuso che credeva d'aver le ali Nascere Affannarsi nel tempo che scorre Ridere piangere Gioire soffrire Dormire svegliarsi Luce buio Vivere A lungo o per poco Fare o non fare Tutta assurda inutilità Ogni essere nato Da ignota mano tirato a sorte Arriva su quel ciglio Un volo senz'ali Spegne la luce ad infinite domande Senza aver risposta Al perché della sua vita.