Scritta da: Giuliano Carosi
Speranza
Quando il fiume della vita minaccia
la nostra fragile imbarcazione,
con le sue potenti rapide,
è l'ora di spingere a forza
i remi della Speranza,
l'ora di cercare la sponda del coraggio.
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Quando il fiume della vita minaccia
la nostra fragile imbarcazione,
con le sue potenti rapide,
è l'ora di spingere a forza
i remi della Speranza,
l'ora di cercare la sponda del coraggio.
Quando i navigli
sono carichi d'oro
e affondano,
è proprio dal naufragio
che viene la nostra
resurrezione.
Ti ricorderò sotto questo tetto azzurro
in ogni fulgido giorno di luce
che si immola sul tempio della terra,
come l'ultimo sorriso del sole.
Ti guarderò da ogni piega di roccia,
dalle ferite scolpite, sulle cupole dei monti,
dal regno delle nevi perenni e dai silenzi immacolati,
seduto tra la corona dei giganti.
Camminerò, pensando a te,
sulle rughe dell'antica pelle della terra,
tra le strade serpeggianti della vita,
nella solitudine tempestosa del deserto,
mentre il canto del mare si unisce al lamento del vento.
Ti scriverò in ogni riga del mio cuore
sospeso tra terra e cielo
mentre contemplo le glorie della creazione,
orme di eternità tra le quali l'uomo regna.
Danzerò per te con tutto l'universo,
mentre tutto è movimento e vibrazione,
tra le fantastiche sculture del suono,
tra armonie e ritmi divinamente concertati.
Ti cercherò, infine, tra visibile e invisibile
in quell'anfiteatro siderale di meravigliosa purezza
caleidoscopio di luce, paradiso multicolore,
che ha il volto infinito di Dio.
Cadranno come idoli infranti,
le colonne artefatte del potere
che seduce il palato dei potenti,
nascerà uno spazio diverso
dove ogni uomo che ama
che seminerà il bene
genererà altro bene
in un irresistibile
contagio di Amore.
Affacciati a una finestra di questo mondo,
osservare malinconicamente le strade deserte
con un punto interrogativo nel cuore.
Aspettare, un lieto messaggio dal presente futuro
vivendo l'attesa in ricerca dell'Altro e di noi stessi.
Vedere con gli occhi della speranza,
una mattina apparire un prato di fiori,
dove prima c'era solo aridità.
Seminare germogli di futuro
aggrappati all'albero della fede.
Silenzi dipinti nelle tue forme
mi portano il tuo respiro,
osservo il palpitare delle tue dune,
fendono l'aria i nostri sguardi
che veicolano pulsanti sensazioni.
Le tue labbra rossi coralli
che suscitano desiderio,
mentre i tuoi occhi
sono finestre sul mio universo.
Si accendono i sensi
in questo slancio ed abbraccio,
dove ogni contatto
dispensa calore.
Mentre congiunti siamo,
divampano i nostri organi
nel tripudio finale
e un casto bacio d'intesa
porta, infine le nostre anime,
su un unico cielo.
Sfioro con la mente l'abaco delle tue fibre,
mentre vibrano le corde del mio suono,
in questa aria densa di silenzi
volano le nostre membra
abbracciate nel virtuale tumulto.
Vorrei che fossimo atomi che si mescolano
in questa caotica globalità,
cercando ognuno l'aggancio astrale
che ci comprende, che ci conclude.
È il mio desiderio di conoscerti nell'ignoto,
viaggiando insieme nel grembo del tempo
seminando amore e futuro.
Amami! come io t'amo!
O luce delle mie pupille,
che sorgesti una sera
come una stella.
Mentre tu sedevi
un giorno fresca viola,
sul grembo dell'aurora,
io desiderai soltanto,
udire il suono
della tua parola.
Odorosa rosa
a maggio dischiusa,
affascinante mia musa.
A te che sei sempre
sorriso e colore
ho donato il mio amore.
Eri bimba dai lunghi capelli,
con l'alba dipinta sul tuo volto,
lievi baci ci portarono
l'innocente emozione.
Ma il tempo corre e divide,
strade strane e inusitate,
separarono i nostri sogni.
In dolci estate di calde sabbie,
sudarono i miei ricordi di bimbo perduto.
Non sapevo dove eri,
ti ho sempre cercata,
eri persa tra delle mie barriere mentali.
Ma è caduto infine il muro d'ombra tra noi,
in questa magica stagione dell'amore,
dove solo bagliori di divino
dipingono la tua bellezza.
Colorata di gioia è la nostra strada,
che oggi abbiamo dipinto,
in questo angolo di Paradiso.
Non sempre la luce
delle nostre candele
è quella che ci indica
la via della divina aurora.