Li riconosci dalla puzza, sono Morti ancor prima di provare vergogna, di fermarsi a guardare, emanano un tanfo che impariamo a riconoscere, sovente a evitare.
Morti da quando le madri li hanno cresciuti e abortiti, lo schiavo diventa chi si sente fortunato ad aver un pasto ed un tetto.
Per altri, eroi senza volto invece, era tutto diverso.
Un anima immensa è spesso incastrata nel corpo di un coglione, e può solo che renderci aridi il pensiero che uomo sia solo un colpo inesploso, una pura cilecca, incapace di emanare una luce, la sua. La vita è una stronza, bella da togliere il fiato, e una sola per tutti.
Mi trovarono nel mese di agosto. Una mattina, nell'auto ferma in quella strada sterrata. Sembrava che dormissi a prima vista giurò di aver pensato la ragazza che per prima mi notò, immobile sul sedile anteriore, accasciato su di me, gli occhi chiusi. Non sapeva chi io fossi né del fatto che il mio cuore non batteva già da un po'. Perché dunque piange la ragazza, non dovrebbe farlo mai e per me ben che meno.
Quante volte non immagina son morto e di certo non quest'ultima ho temuto, sono stato tutto e niente nei miei circa mille anni e la mia di battaglia con l'amore l'ho perduta, ed il resto l'ho scordato, calpestato, ed il resto veramente non c'è stato da quel giorno che partì, e la vidi poi sfumare.
Per voi ho provato pena, e tristezza di me stesso. Lascio a voi l'ardua sentenza, il vostro altissimo giudizio. Ora ho solo da seguire la mia stella, non più schiavo delle scuse come pure dei miei mostri, del folle mio pensiero. L'eternità mi è amica finalmente, dunque ragazza, non piangere.
Sono chimere quelle che fin'ora abbiamo inseguito, stanchi dei nostri sogni riciclati impregnati di vile egoismo e ipocrisia, ci siam conteso come cani affamati l'ultimo pezzo di dignità, rimane nell'aria l'odore del sangue e si mischia col fumo...
Il male è invadente ed urla più forte, stai attenta però a quello che brilla non sempre è di luce propria che vive, l'Amore tace al contrario si confonde con quello che presto scordiamo. Non verremo mai perdonati per aver sprecato quest'ultima alba, meritiamo davvero che il sole non nasca mai più.
Poveri e annoiati come abbiamo potuto proprio noi amarci per dovere, eppure ci bastava di meno una volta ed ora ne siamo ingordi e gelosi... Vuoi dirmi di averci provato davvero, è questo che dunque hai da offrirmi... Non posso farmelo bastare, e non ti biasimo sappilo...
Nelle mani stringevo un mazzo di fiori, nell'altra un ricordo inventato. Son io che ti ho resa muta e perfetta, bella come quel viaggio che nega alla meta il suo bacio. Ti incontro, ma mi manca il respiro se accade e in un attimo il vivere, diviene per me solamente un errare distratto.
Ho corso per esser da te un miliardo di passi più in là e abortito sul nascere magnifici istanti privando ai miei occhi quel lampo che era guardarti. L'ho fatto, così che avrei potuto un giorno guarire, e salvarmi, null'altro.
L'esilio è una donna che puoi possedere soltanto a metà, il doverne far senza e sorridere ancora erge sbarre crudeli tra me e il mio profondo. Io ne porto il fardello e sconto di tutte la pena più aspra, essere il martire e al contempo il mio duro carnefice.