Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)
Fusione
Col nuovo mattino,
il mondo mi bacia
sulla tua bocca, donna.
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Col nuovo mattino,
il mondo mi bacia
sulla tua bocca, donna.
Oh, questo suono di oro che va,
questo oro che va all'eternità;
che triste il nostro udito che ode già
questo oro che va all'eternità,
questo silenzio che rimarrà qua
mentre il suo oro va all'eternità!
Oblii di questi io
che, un attimo, credetti eterni!
Che infinito tesoro di io vivi!
Con il fiore ancora a terra
-oh rosso arboscello! -
mi tendeste, nel vento ancora freddo,
le braccia delicate.
L'agnello belava dolcemente.
L'asino, tenero, si rallegrava
in un caldo richiamo.
Il cane latrava,
quasi parlando alle stelle…
Mi destai. Uscii. Vidi come
celesti nel suolo
fiorito
come un cielo
capovolto.
Un alito tiepido e dolce
velava il bosco;
la luna andava declinando
in un tramonto d'oro e di seta,
che sembrava un ambito divino…
Il mio petto palpitava,
come se il cuore avesse avuto vino…
Aprii la stalla per vedere se
era lì.
C'era!
Quando le tue mani erano luna,
colsero dal giardino del cielo
i tuoi occhi, violette divine.
Che nostalgia, quando i tuoi occhi
ricordano, di notte, il loro cespo
alla luce morta delle tue mani!
Tutta la mia anima, col suo mondo,
metto nei miei occhi della terra,
per ammirarti, moglie splendida!
Non incontreranno le tue due violette
il leggiadro luogo a cui elevo
cogliendo nella mia anima l'increato?