Da quando te ne sei andato ho molto più freddo il vento soffia più forte e anche in estate cadono le foglie l'albero offre i suoi rami morti alla terra scura.
Ora non c'è nessuno sulla strada la felicità è passata tempo fa quando l'ho incontrata aveva i tuoi denti e rideva forte.
Ti ho fatto immortale nei miei pensieri, ti ho costruito fino alla perfezione, per ricordarmi meglio, quello che non sei stato.
Quanti anni sono passati? E tu sei sempre quello. Il tempo non ha invecchiato la tua fotografia, scattata dal mio cuore, in una notte di mezza estate. Cerco di ricordare le tue mani, i tuoi occhi, la tua bocca. Non me li ricordo, e mi viene nostalgia. Perché rovinare tanta perfezione? Non ti rivedrò mai più.
Quando mi adagio sulle onde del corpo, per farti entrare nel mio amore, il tuo bacio mi scioglie la lingua, la tua carezza mi fa da esca, il tuo abbraccio è forte e non ho nessun pudore.
Tu in me Io in te. I nostri corpo avvinghiati le nostre mani incastrate, denti, labbra, seni e braccia, gambe, spalle, sono le tue, le mie. Tremiti, fremiti, e il tutt'uno di un amore mai abbastanza compiuto.
Ho sognato di te. Sai che sono veri i sogni? È tardi per prendere le tue mani, ora sono rami. Sei tornato alla terra da lì che tu venivi. Rosso carminio i tuo soffio, quando mi aliti. I tuoi occhi mi guidano, sono colori su sfondo nero. I miei passi di velluto, sono il tuo sguardo d'autunno. Né vita, né morte, né stagioni sono cambiati nel lungo cammino, e nel breve l'arrivo. Ti ricordi di me? Ora ombre sovrastano la mia di ombra, ma nell'alba del giorno ti cerco ancora.
Fiori secchi, fiori oscuri e chiari, alzano i petali verso il mare. Rumore calmo e onde nervose del vento, sbattono contro il mio alito di sale.
Silenzioso universo in agguato, per attirare le anime in pena. Fantomatici rami di alberi, aprono le mani, ore lunghe, ora corte.
Comunicazione visiva, non ci sono più versi, né parole, enormi masse nere, si appoggiano sulla terra stanca, vecchia terra bagnata, dalle lacrime versate, dalla gente che ora non c'è, ma è esistita una volta.
Mostrami il tuo volto incollato sulla sabbia. Ti conosco come essenza delicata, per non soffrire in questa sera festosa. Non è domani che era ieri, ma è il presente, che è in cerca del tempo, che è presente. Lo vedo svanire nell'inafferabile, spessore trasparente di un granello di sabbia.
Sono le parole silenziose pronunciate sotto voce quelle che si disperdono e conservano l'eco del suono senza potersi dissolvere e rimangono nella memoria come indelebili impronte e fanno più dolore
Cerco quella luce che avevi negli occhi è il colore delle colline la tua dolcezza ammiro nel rossore della tarda sera era bianco il mio vestito quel giorno di morte.
Salgono, invadono rompono le forze della resistenza Gravano distendendo la rabbia ombre della disubbidienza nell'immagine riflessa dell'inutile esperienza
Nella memoria tu mentre porgi le mani vuote e le fai sembrare piene Io che colgo come scintilla l'effimero, la luce passa tra le tue dita per magia come onda mi muove i cappelli
Poi arrivano i vecchi soldati in forma di pensiero e sono spietati Come si fa togliere dei segni quando sono già disegnati, Scrivo sopra con altre linee e altri colori.
Il tempo passa e rende le cose leggibili i codici dell'esistenza più misteriosi Il tempo logora e ricopre di muffa la freschezza oscurando anche i pensieri Maledizione alla ragione, che si fa ogni giorno più viva mi toglie l'ultima scintilla di gioia
È lontano il tempo del sarebbe stato Dove sono i pensieri che allora erano allegri Ora non so a che farmene della saggezza che mi amareggia Credevo di essere padrona ma gli eventi vincono ancora Non ho controllo delle cose accadono, e sono subdole
L'uomo non è uomo in questa epoca è tecnologia è mezza macchina Misura con gli strumenti il livello dello smog e i delitti Il pessimismo è solo definizione approfondisce la riflessione.
È un malessere che mi prende mentre ho lo sguardo sull'ombra tra l'angolo del lavandino e la porta lì alloggia da tempo la sofferenza si dilata si contrae nell'osservanza
La voglia è di altro luogo, di un altro tempo ma posseggo questo spazio e questo tempo Le voci stanche del cortile salgono in questa vecchia casa del 1923
Sì, è così avvilente questa giornata, un vicino mi augura buona giornata Stanotte c'è la luna piena e io sono stralunata.