Poesie di Klara Erzsebet Bujtor

Nato a Keszthely (Ungheria)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Voglio ancora amare

Gli anni passano in fretta,
sempre più avanzano nella spiacente vecchiaia
sorpassando il futuro, oscurando il passato,
e diventa sempre più faticoso trainare il carico del presente,
e l'opaco malinconia, nostalgia colmano il cuore,
arrendendosi a tutti malanni dell'ultima stagione,
alla fine d'ogni desideri, sogni, e
il dolce amore sepolto nel vecchio cuore,
ed allora che la vita entra in un tenebre tunnel,
che porta diritto nello sconosciuto...
Oh! la vita è un incredibile spreco,
germoglia dal amore e il frutto raccoglie la morte,
forse per questo siamo nati
per essere cibo della morte,
come l'erba per le pecore,
che danno latte per fare buon formaggio e nutrire le genti
e di noi cosa nutrirà la poscia morte nell'immensità?
Le nostre anime trasparenti che si fondono con il cielo
i nostri corpi divorati di viscidi vermi,
del verme morte.
Io
voglio lasciar senza cibo
quel vigliacco morte,
voglio
ancora vivere,
ancora amare.
Klara Erzsebet Bujtor
Composta sabato 11 dicembre 2010
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    Una fiaba incredibile

    Si affaccia attento dall'infinito l'orologiaio e il suo sguardo beato cosparge di stelle ammaliante il cielo
    che si illumina d'immensità incredibile.
    Controlla con passione ogni pianeta che rota sereno
    nel castello dell'orologio del Tempo,
    e toglie quelle consumate, invecchiate che rallentano
    il Tempo,
    e le lancia burrascoso dal cielo,
    che cadono sfavillanti, lasciando una scia luminosa
    che si spegne in breve istante.
    Fatto il suo lavoro, l'orologiaio ritorna contegnoso
    nell'infinito del Universo
    e gli astri continuano girare intorno a mille soli, a mille anni,
    e l'orologiaio di tanto in tanto ricarica l'orologeria del Tempo,
    e scintilla di stelle cadenti
    il lacrimoso cielo.
    La terra sospira dolente,
    bruciano i suo anni le diavoleri del uomo che la distrugge spietato,
    fin che non diventerà opaca polvere di stelle,
    perdendosi tra le meraviglie del
    Universo
    senza lasciare tracce.
    Klara Erzsebet Bujtor
    Composta mercoledì 1 dicembre 2010
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      Amore vero

      Canta il gallo nel quiete del sonno
      il sol levante scherseggia con la notte sonnolente,
      spunta il giorno con i mille versi dei uccellini
      sui rami tentennanti nel vento, e
      pigolano sui nidi,
      i piccoli affamati.
      Desta anche tu, amor mio,
      dal dolce sogno,
      per non perdere ne un solo attimo,
      tanto bello, tanto prezioso della nostra felicità.
      Non dimenticherò mai quel momento,
      quando vidi i tuoi occhi perduti nei miei,
      fatati,
      come accade nelle favole.
      Legati insieme
      con catene dorate degli Dei,
      che non si spezzano mai, mai
      nella nostra vita sulla terra,
      e nella bianca luce luminosa,
      dove danzano gli angeli.
      Cosi penso io,
      che l'amore vero è questo,
      sopra ogni cosa senza fine,
      e questo è quello,
      che io offro
      a te,
      amore mio.
      Klara Erzsebet Bujtor
      Composta domenica 28 novembre 2010
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        Un angelo

        Miché...
        Guarda il cielo,
        c'è una stella con le ali!
        -No, non la vedo!
        Miché...
        Guarda! Sta venendo verso a noi con le ali stese
        -No, non la vedo!
        Miché...
        Guarda! Ha le ali grandi bianchi che scintillano argentino nell'azzurro,
        -No, non la vedo!
        Miché...
        Guarda! Si è posato sulla mia mano e mi inonda di luce bianca rutilante,
        -No, non la vedo!
        Miché... Si!
        No la vedi, sono certa,
        non sei uno di noi,
        una luminosa stella con le ali,
        un soave benedetto
        Angelo!
        Klara Erzsebet Bujtor
        Composta mercoledì 10 novembre 2010
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          Dove finisce il cielo

          Il Tempo non si prende nella mano,
          non si può fermarlo, mandare avanti o dietro,
          solo starci dentro,
          nella sua misura
          fatta per noi.
          Solo il cielo non ha Tempo, esteso sereno nell'infinito,
          ed avvolge d'azzurro tutti gli astri.
          Giovane o vecchio,
          quante porte ha per oltrepassarle e trovare l'ultimo cielo?
          Ma dove porta la via celeste,
          dove vanno dormire gli angeli,
          vorrei chiederli,
          di raccontarmi prima che si sbriciola il mio Tempo,
          dove finisce il cielo.
          Klara Erzsebet Bujtor
          Composta domenica 1 febbraio 2009
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            Canzoncina

            Bau... bau...!
            Anche a te una splendida giornata piccolo tesoruccio!
            - Bau... bau...
            Poso i fiori sulla tavola, accosto le finestre
            una tempesta è in arrivo
            che si scoppierà presto in un gran pianto,
            - Bau... bau...
            Anch'io ti voglio bene, quanto una madre il figlio,
            forse un po' di più,
            quando i figli s'allontanano,
            -Bau... bau...
            Eccomi, ti stringo stretto, stretto per non perderti,
            no sopporterei un dolore grande così.
            -Bau... bau...
            Lo so anche tu...,
            andiamo sul campo, il pazzerello vento corre di già allegro, e
            guardiamo il cielo che minacciosa si oscura di nubi incredibili, e
            respiriamo l'aria libera, pura,
            che l'uomo ancora non le ha messo le tasse,
            e ci misura in barattoli colorati di plastica,
            con il marchio di grandi magazzini, con il vuoto a perdere,
            Bau... bau...
            Ha... Ha... Ha...
            Bau... bau... bau...
            Ha... Ha... Ha...
            Bauuu!
            Klara Erzsebet Bujtor
            Composta mercoledì 27 ottobre 2010
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              Amicizia

              Quella gentil parvenza nella mia vicinanza,
              il beato sorriso della mia vita,
              la creatura della benevolenza,
              figlia della Dea d'amicizia,
              lei,
              amica mia.
              Il suo sguardo sereno posa nei miei occhi,
              solo lei sa ascoltare,
              come il silenzio il rumore del vento,
              solo lei ode i miei sospiri muti, e prova il tremore delle mani,
              tenendo strette strette.
              Non ci sono sbarre e catene di ferro, sforzati doveri,
              false lacrime, promesse dimenticate,
              l'indifferenza micidiale,
              ma qualcosa immensa di buon sentimento,
              donato dal Creatore,
              che ha chiamato,
              "amicizia".
              Klara Erzsebet Bujtor
              Composta domenica 24 ottobre 2010
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                La quinta stagione

                La primavera è vita nuova,
                pura, delicata
                estate è l'ardente giovinezza,
                l'autunno è il lento agonia,
                l'inverno è gelido bianco vento
                e c'è la quinta stagione,
                la stagione della morte,
                l'immaginaria d'ogni forma improbabile, è
                la finzione d'un nuovo inizio angelico, e
                vorrei sapere,
                perché tante sofferenze nella vita, quando
                è un miracolo
                in un magnifico mondo di valle verdi, mari e fiori di mille colori,
                di poter scoprire l'amore?
                Perché uccidere le farfalle?
                dal nascituro al vecchio breve il cammino,
                ogni passo è un attimo di vita verso alla fine
                con la croce sulle spalle,
                posando nella quinta stagione,.
                Klara Erzsebet Bujtor
                Composta venerdì 22 ottobre 2010
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                  Mi abbracciano teneramente
                  gli alberi che tremolano nella brezza della tramontana
                  sul sentiero magico,
                  che inclina ad un laghetto vaporoso,
                  dove la neve si scioglie prima di posare sopra,
                  correvo, cantavo,
                  ridevo di poco di nulla,
                  con i bambini di via Beloianis,
                  felici immensamente nella innocenza d'infanzia.
                  Sembra mi conoscono quei alberi vecchi ancor ben barbicati nella dolce terra,
                  io, si,
                  gli conosco,
                  e con palpiti di cuore gli saluto.
                  Odo un leggero crepito di foglie che tentennano nello spiro dell'autunno,
                  forse mi stanno salutando,
                  forse lo sanno,
                  che devo andar via.
                  Klara Erzsebet Bujtor
                  Composta domenica 10 ottobre 2010
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