Un sorriso appena accennato sul tuo volto stanco, non per gli anni che passano ma per questa vita fatta solo di noia e di dolore, è come il sole nell'inverno più rigido. Non scioglie i ghiacciai, ma dà la speranza di una futura estate.
L'hanno trovata caduta sulle ginocchia davanti ad un altare, dentro una chiesa dove non era entrata per pregare. Forse aveva vent'anni e non aveva potuto lentamente invecchiare!
Dove è la terra degli antichi dei e dei bambini dalla risata allegra nella miseria nera? Dove è la terra della mia fanciullezza e dello sguardo malizioso ed invitante delle fanciulle, gemme sull'albero della vita? Dove è quella terra, se non nella memoria di chi è stato confinato nell'isola del vivere quotidiano.
Chi è quell'uomo dallo sguardo severo, manifestazione di un antico dolore? Ha l'aspetto di uno straniero, ma vive tra noi, si può dire da sempre. "Vieni qui! Siediti con noi! Bevi il nostro vino, assaggia il nostro pane. Ma non raccontarci nulla di te. Siediti con noi e canta le nostre canzoni. Se non conosci le parole Te le suggeriamo noi." Un sorso di vino tira l'altro; il pane diventa più buono; le canzoni seguono la loro musica e lo sguardo severo si trasfigura in un sorriso fino a sublimarsi in una gioiosa risata.
Così rossa, così viola, così bianca così nera, così donna, così bambina, così casta, così puttana, così bella, così brutta, così superba, così umile. Così come sei prendimi per mano e conducimi lungo la strada che porta all'Inferno con deviazione verso il Paradiso.
Vivo come ospite nella tua casa, amico dagli occhi di ghiaccio perché il freddo dei tuoi sentimenti ha congelato le tue lacrime. Vivo solo nella mia casa, ospite indesiderato di me stesso.
In quella zona del giorno, che qualcuno confonde, per il colore rosseggiante, con il partorire del Sole dal ventre del Cielo; in quella zona del giorno, dove il tramonto si avvia a cedere il suo posto alla prepotente sera, preludio della serena e violenta notte, si intravede il fantasma di un'ombra, di quell'uomo che fu forse un ladro, forse un assassino, o semplicemente un povero cristo, come ce ne sono tanti. E l'ombra cammina in dolce compagnia, come se fosse meno amaro il sapore del proprio dolore, quando ci illudiamo di non essere soli. E le due ombre, fantasmi Di quello che furono Adamo ed Eva, a passi striscianti giungono dove ormai l'albero del frutto proibito è secco e dimenticato e il serpente si morde la coda con ancora l'illusione di essere il simbolo dell'eterno male.
Ho plasmato con sabbia e l'acqua del mare un simulacro: ballerina nuda con lo sguardo rivolto in direzione del cielo. Ma un'onda gelosa dei sogni altrui, l'ha investita con tutta la sua rabbia. E la statua è ridiventata sabbia; la sabbia fango e il sogno si è annullato in una lacrima dell'infinito.
La mia donna è la nuvola, che si trasforma nella pioggia. In quella pioggia che bagna il mio nudo corpo. La mia donna è il sole che si asciuga e si riscalda. La mia donna è il vento, che gonfia le vele della mia barca, per condurmi alla fine del viaggio in un porto sicuro. La mia donna è semplicemente una donna.
Avere sete del sangue che scorre nelle tue vene e poterlo assaporare attraverso il calore del tuo corpo, raggiungere l'infinito con un lungo abbraccio, fare di un attimo l'eternità, restare accecati dalla luce del sole per vedere nella profondità della tua anima, inventare l'ottavo peccato capitale e scoprire che l'amore non ha giudici, non rimpiangere nulla del passato, se non il tempo perduto, scavare nella sabbia con le mani per trovare l'acqua che spenga la nostra sete e trovatala spegnere l'arsura che brucia le nostre labbra e alla fine scoprire che tutto questo è soltanto un sogno, mentre il vero amore è un banale incontro a due, che può durare il tempo di una vita.