Attimi di follia che mi bagnano. Lo scorcio del temporale che avanza. Sentimenti offuscati dalle incapacità: Pianti stridenti per un'amico che non c'è più. Sorrisi sofferti. Risate inesistenti. Felicità ambigue. Conoscersi e poi dirci addio. I miei anni.
Sono ormai anni che scrivo poesie per esprimere il mio modo di essere raccontare le mie storie di vita sopratutto per ricordare. Di acqua sotto i ponti né passata tanta che forse il ricordo svanisce e i giorni che furono li vedo ormai lontani. La musica che suona dentro c'è tuttora canta un amore di oggi più grande degli altri. E allora mi ricalo di nuovo negli inesplorati labirinti senza fine, che ogni volta mi riserva una pagina bianca. E ogni volta chiudo gli occhi e ascolto le canzoni che il cuore ama ancora cantare. Ogni volta lascio andare il pensiero prendo in mano una penna ed è ancora una poesia.
Sono giovane, ingenua sento la vita con tutta l'intensità con cui può sentirla un'adolescente, che scopre per la prima volta la dolcezza di un cuore bello, grande, vero. Ora che mi sento matura, sò che la vita bisogna affrontala con coraggio. E'penoso ritrovarsi lontano dalla persona alla quale si è voluto bene anche se molte persone ritengono che in fondo non ho perso nulla e che presto troverò un ragazzo adatto a me. Sento che non è vero, che è lui l'unica persona a cui voglio legarmi. I nostri incontri, quel rifugiarsi dentro i portoni per non farci notare dalla gente i nostri progetti, le previsioni di un futuro insieme. Poi i bisticci violenti che ci facevano passare giorni senza guardarci, questo mi faceva sentire viva. Ora cerco di dimenticare ma tutto è inutile non si può sfuggire ai ricordi.
Passò un'ombra bianca in una notte nera era colui che da sempre amavo. Voltò la faccia e quel suo viso stanco, manifestava in lui l'anima peccatrice. Eri colui che da sempre amavo, lo guardai con amore intenso, ma i suoi occhi, non mi dissero nulla. Passò lungo la strada lento e silenzioso sebilò il mio corpo non ci fù risposta. Gli chiesi allora cosa ne era stato del suo amore disperato, cadde in silenzio poi disse "Dimenticato, io l'ho rinnegato." In quella notte cupa e nera rimase solo un pianto calpestato, una donna, finita, che aspetta ancor qualcuno che passi e l'insegni cos'è la vita.
Sei un filo invisibile che si spezza a poco, a poco, mentre muore in cuor mio la gioia di vivere. Spero che tu torni aspetto da te giorni di felicità e amore. Ma il tempo che passa mi dice: Inutile sperare, l'angoscia e il fallimento s'aggrappano a te disperati, ma troppo esile sei tu ben presto ti spezzi. Speranza, tutta la vita è speranza si spera sempre nel domani ma giunge il domani e tu muori, lasciando la vita ad un miglior destino.
Ho cercato disperatamente nei tuoi occhi uno spicchio di sole, un piccolissimo raggio che spazzasse via tutte le nubi ma non l'ho trovato con l'amarezza di chi perde con dignità ti dico addio.
Ora è ridicolo pensare che la passione si era impadronita di me senza lasciare alcun spazio a ciò che ero veramente. Solo maturando, quando la mente s'illumina si può gettare un sguardo sul tempo passato e comprendere che, chi si perde di fronte a una falsa immagine è veramente perduto. Nessuna luce rischiara la via, si perde nel buio alla ricerca di ciò che non c'è. Dispeazione e dolore sono nostri compagni giorno per giorno si dissolve amaramente la nostra esistenza. Per fortuna ho capito e senza più illusione ricomincio a vivere.
Presto è arrivata la sera il sole è calato dietro i colli come un sipario al termine di una commedia drammatica. Un'usignolo canta il suo lamento, dai vetri appannati si vedono luci spegnersi, per le strade qualche cane randagio senza passato né futuro. Tutt'intorno silenzio e vuoto. Ognuno sta solo, pensa e ripensa si pente si adira forse piange, poi prega. È uno spettacolo triste senza vita siamo sempre più soli sempre più tristi in sintonia on questa lunga notte.
Non nascere fiore non vedi con quanti veleni è bagnata la terra non nascere, sarebbero pronti a calpestarti in questo mondo bacato. Ti strapperebbero con rabbia per buttarti lontano. Questo tu forse non lo sai è un campo di grano la pianta eletta e tu l'intruso. Non nascere, fiore, non faresti in tempo ad amare la pioggia a scaldarti al sole Nn nascono più fiori nel cuore degli uomini.
Occhi malinconici, profondamente addolorati un viso a volte tumefatto, scuro segnato da una mano che ti abbatte incurante di colpire. Indifeso, infelice impaurito. Un tremore incontrollato scuote un corpo esile di bimbo. Hai sognato un luna park tanti giochi poi una barca e un pallone e tuo padre che lo insegue. Una madre che ti imbocca che ti abbraccia che ti ama. Poi di colpo, torna quella voglia di scappare. Hai perfino paura di sognare. Non sai spiegartelo il perché non hai colpe, però paghi ti ranicchi in un angolo impaurito ma ti raggiungono anche lì. Senti male dappertutto anche quando non ti picchiano più.