Le migliori poesie di Maria Rosa Zangari

Nato domenica 31 ottobre 1971 (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi e in Racconti.

Scritta da: Rosetta.Z

Perché tu mi possa sentire

"... quando costretta con un sorriso,
a guardare il suo viso,
per non fargli capire
quanto le sue spine mi fanno soffrire..."

Me ne sto in silenzio
perché tu mi possa sentire,
e saprai ascoltare,
anche quello che non so dire,
e senza che io debba parlare.

Vile può sembrare il mio dolore
che si nasconde per non mostrarsi fuori,
dietro coriandoli di colori.
Ma ha più importanza ora la sua allegria
che la mia tacita vigliaccheria.

Gli occhi innalzati al cielo
mostrano ciò che è il vero
raccogli le mie lacrime e toglimi questo velo,
che copre sul mio viso
la paura di perderla all'improvviso.
Tramuta il mio dolore
in giorni ancora insieme al suo amore
e guarisci cosi il mio triste cuore.
Maria Rosa Zangari
Composta venerdì 22 gennaio 2016
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    Scritta da: Rosetta.Z

    Tra terra e cielo

    Il vento non fa più rumore,
    come volesse accarezzare inosservato ogni dolore,
    mentre mutano gli eventi e cambiano i colori.

    La luna perde il fascino del suo antico splendore,
    giacché gli appare ancor più distante il sole
    anch'esso diventato avaro del suo calore.

    La terra tace,
    dinnanzi all'incertezza di ciò che non può vedere,
    mentre il cielo si sofferma ad osservare.
    Esso scruta le immense mani tese,
    che non lo possono toccare.
    Neanche per asciugar le lacrime di chi piange
    chi è partito e non può più tornare.
    Maria Rosa Zangari
    Composta domenica 12 aprile 2020
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      Scritta da: Rosetta.Z

      Se Fosse

      Oh! come arde ancor
      quel "Fuoco" dell'inferno in cui son scesa.
      Che par non voglia mai
      lasciare la sua presa.
      "Se fosse" che per alleggerir le pene
      In quell'istante
      Nell'attraversar Io l'ingannai,
      mostrando che non era così scottante.

      Ahi quanto mi fa soffrir
      il dolor della mia "Piaga"

      Or chiedo al fato,
      Che mi lasciasse passar oltre, per quel tormento.
      E che, quel "Fuoco" potesse trovar ragione
      Di esser contento.
      Maria Rosa Zangari
      Composta domenica 23 gennaio 2022
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        Scritta da: Rosetta.Z

        Filastrocca d'autunno

        Zitto zitto fa capolino
        con il sole pigro al mattino
        che fa l'occhietto da lassù
        all'estate che non c'è piu.

        È l'autunno che è arrivato
        di, rosso e giallo si è vestito
        la natura ha già spogliato
        per far il suo manto colorato.

        Esso è tanto laborioso
        ora è lui che comanda
        niente più gelato e panna
        ma pan di noci e castagna
        sembra quasi dispettoso
        quando a scuola tutti manda.

        Ma non sempre è capriccioso
        e di feste è generoso
        ad ottobre giorno in festa c'è ne uno,
        con halloween il trentuno,
        tra paure ed allegrie
        con la zucca per le vie
        con le maschere a far i furbetti
        con dolcetti e scherzetti.
        Ma al freddo si prepara
        e a novembre mette i guanti
        già a la festa di ogni santi.

        E per chi vuole ancor brindare
        e alla sera canticchiare
        con gli amici e nuovo vino
        c'è la festa di san martino.

        Per qualche tempo ancor gli dona
        sulla testa la corona
        al suo amico inverno la dovrà lasciare
        un po' prima di Natale.
        L'autunno è già inoltrato
        e tra un po' sarà tutto imbabbuccato.
        Maria Rosa Zangari
        Composta martedì 10 ottobre 2017
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          Scritta da: Rosetta.Z

          Ti racconto le mie stagioni

          Osservo il tuo volto, solcato ormai,
          dai segni del tempo,
          e rivivo in te la mia vita che sembra volata via
          come un soffio di vento.
          In ogni tua ruga rivedo le mie passate stagioni cercando in esse, motivate ragioni,
          dell'esser qui, ora, in questo istante,
          con lo stesso pensiero di allora
          di guardare sempre avanti.

          Mi appare breve la mia Primavera, così dolce
          spensierata e serena,
          dove il sole era tiepido e l'aria ancor leggera.
          E bastava un tuo sorriso
          ad asciugare le lacrime sul mio viso.

          Ingenui pensieri regalavo al vento
          A piedi scalzi i miei passi, correvano incontro al tempo
          sui prati fioriti, dai nitidi colori,
          Aspettando l'arrivo della nuova stagione.

          Risento il calore ancora addosso
          della tua mano che mi stringeva piano,
          portandomi sulle vie del tuo percorso,
          non era mai abbastanza stretta,
          in quel mondo senza tempo e senza fretta.

          Ecco! l'alba è ormai passata.
          la primavera se ne è appena andata,
          comincia così una nuova giornata,
          è la mia estate che è già arrivata.
          Ricordo la sua entrata con un cielo terso
          mi appariva così grande, così immenso,
          riuscivo a scorgere al di là del suo azzurro
          tutto quanto l'universo.
          Il sole, non più tiepido, riscalda il mio cuore.
          Sono giorni d'estate, i miei giorni migliori.

          Colorate fantasie che regalavo al vento
          lasciano il posto ai sogni che viaggiano lontano
          non mi accorgo neanche in qual momento
          Tu lasciavi andare piano la mia mano

          Ora i prati non mi appaiono soltanto fioriti
          ma sembrano ai miei occhi perfino dorati,
          ci cammino in mezzo, e penso,
          che siano i più belli che abbia mai incontrati.

          Il sentiero mi porta su un lungo viale,
          al mattino l'aria è fresca, sono ore soavi,
          fiori d'arancio e musica per danzare
          di petali di rose le vie cosparse
          e candidi gigli a guidare i miei passi.
          Forte e possente è la mia ragione
          Sembra non abbia alcun ché di dubbio
          in questa giovane mia stagione,
          che avanza intrepida e senza indugio,
          e non si accorge che ormai da ore,
          lassù in alto c'e il sol leone.

          Non sono neanche a metà del mio cammino
          Nell'inseguire il mio destino.
          In vari luoghi io sono già stata
          a questo punto della giornata,
          lasciando in ognuno di essi un mio pensiero
          di tanta paura ma altresì desiderio.
          ma senza distrarmi mai dal mio sentiero,
          cercavo in loro un buon riparo,
          pagando un sorso d'acqua, un prezzo assai caro.

          Ora Il caldo si fa sentire,
          sembra quasi che io non lo possa sopportare,
          penso ogni tanto che mi vorrei riposare.
          ma vedo te davanti a me, mi guardi,
          e non dici nulla,
          ma i tuoi silenzi per me, sono urla.
          gridono indietro non si può più tornare.

          Ecco! In quel momento capisco ogni cosa!
          Anche tu eri stata una giovane rosa,
          che il caldo torrido più volte ha piegata,
          ma forte e leale, non si è mai spezzata,
          aspettando ogni volta un nuovo mattino,
          che con la sua rugiada ti avrebbe rialzata.

          Ora Tutto traspare, e tutto mi è reale,
          non posso esimermi dal camminare,
          c'è il mio futuro
          che mi sta ad osservare.
          Noo! Non mi posso fermare.

          Riprendo il Cammino! Le ore non sono tutte uguali!
          Al caldo afoso si alternano, brezze di vento profumato
          che asciugano subito il mio viso, tanto sudato.

          Lungo la via, mi guardo a sinistra e a destra
          vivo ore diverse, qualcuna più triste e qualcun'altra di festa.
          Percorro il viale e guardo l'orizzonte,
          Il sole è ancora alto ma non tarderà a tramontare,
          tante sono le cose che vorrei fare
          prima che la mia giornata finisca,
          allungo il passo, ti lascio un po' in dietro,
          ancora un po', poi ti perdo di vista.

          Ad un tratto di strada è cambiata già l'aria,
          cambiano i colori lungo il viale,
          ora il mio passo comincia a rallentare
          sono già a metà dell'anno,
          il caldo mi ha reso stanca, è ho un po' di affanno.

          Mi guardo intorno, tra gli alberi che si cominciano a spogliare,
          sono all'imbrunir del giorno,
          e mi accorgo che l'autunno sta per arrivare.

          Or non posso dir di esso di com'è che è andato
          perché non ne conosco ancor di lui il fato,
          ma voglio immaginare, i suoi prati, in morbido velluto,
          dove il mio passo possa scivolar leggero,
          in questa stagione che non ho ancor vissuto.

          Vorrei poter di esso gustarne i suoi sapori,
          e respirare a fondo i suoi soavi odori.
          poter goder del fascino dei suoi incantati colori.
          ammirar la sua natura che si prepara a mutare.

          Vorrei che lui mi mostrasse
          ogni sogno realizzato, di chi sul lungo viale,
          dal mio seno è nato.
          Che mi facesse cogliere ciò che di buono è stato seminato.
          Dividerlo con chi sul mio cammino, c'è sempre stato.
          .
          Magnifico sarebbe poter conoscere,
          chi porterà nel ventre, per poterlo amare,
          sentir le liete melodie,
          di nuova vita, che sta per cominciare.
          e ancora vorrei tornare ad ascoltare,
          la voce dell'eco, della mia gente,
          che ritorna fiera, dalla montagna al mare.

          Ecco! Questo è tutto ciò che io ho immaginato,
          del mio autunno che è appena iniziato,
          così che alla fine di esso, io possa andare,
          con le più belle meraviglie da raccontare.
          Arrivare poi a sera del mio giorno,
          con il calore dei bei ricordi,
          che mi faranno da coperta e mi sapranno scaldare.
          per non sentir così il freddo del mio inverno
          Che tacito e silenzioso mi verrà a trovare.

          Da lui con un sorriso io mi farò abbracciare,
          per lasciarmi serenamente accompagnare,
          fino alla fine del mio lungo viale.
          Dove ritroverò te, Mamma, ancora lì ad aspettare,
          Con il cuor leggero, fiera di me,
          per aver vissuto la mia vita percorrendo il mio sentiero,
          guardando sempre avanti senza mai lasciarmi andare.
          Così ché le mie stagioni, ti possa finire di raccontare.
          Maria Rosa Zangari
          Composta lunedì 8 febbraio 2016
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            Scritta da: Rosetta.Z

            L'inquietudine

            All'improvviso e con indole molesta,
            a indispettire il mio animo un po' assopito,
            l'inquietudine ad apparir si appresta
            ad alzar del vento in un giorno quieto.

            Crudele mi mostra il mondo di ieri,
            rapisce il mio oggi, con i suoi pensieri.
            La scaccio con forza per non dover guardare le immagini distorte che mi vuole mostrare,
            che già conosco ma non voglio vedere.

            Troppo il peso, che dovrei sostenere,
            se da essa mi facessi raggirare.
            Parla al mio viso senza vergogna
            e soffoca il mio sorriso nella sua gogna.

            Ella mi parla ma è ladra e nemica
            perché ruba il tempo e i colori, della mia vita.
            Insiste nel dirmi che la dovrei ascoltare
            ma se lo facessi, farebbe scempio del mio domani.

            Lungi da me inquietudine infame,
            porta con te l'angoscia, per mai più ritornare
            lascia il tuo posto a liete giornate
            che non hanno rimpianti per le cose ormai andate.

            Di sogni e speranze, mi voglio vestire
            guardar le stelle senza stanchi sospiri
            rivedere il cielo tornar sereno
            e ammirare ancora il suo arcobaleno.

            Sorridere di nuovo al mondo intero
            senza mai più dover lottare,
            felice di non dover più,
            il mio cuore ingannare.
            Maria Rosa Zangari
            Composta lunedì 31 ottobre 2016
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              Scritta da: Rosetta.Z

              Remare per non cadere

              Alzo lo sguardo nel cielo notturno
              in cerca di stelle o della luna
              ma non brilla più niente lassù...
              anche il sole di giorno,
              si nasconde e si oscura.
              È tutto spento in questo momento
              il firmamento.
              C'è una "piccola barca" che vorrebbe navigare
              ormai da tempo, in cerca di orizzonti migliori.
              Ma il cielo è in tempesta
              Il vento gli soffia contro,
              l'oscurità la sta per sopraffare,
              la nebbia intorno è così fitta
              che sembra quasi la voglia soffocare.
              onde giganti sono pronte a trascinare
              questo veliero giù in fondo al mare.
              Quattro marinai intenti ad ormeggiare,
              remano essi,
              pur non sapendo dove andare
              "Remare per non cadere"
              Perché ahimè sarebbe la fine
              per chi di loro non sa nuotare.
              La tempesta è forte,
              ma sperano che li lasci andare
              e senza arrendersi mai
              continuano a remare
              aspettando "la luce dell'alba" che dovrà
              prima o poi arrivare.
              E questo "mare agitato" si dovrà pur calmare.
              Maria Rosa Zangari
              Composta domenica 2 luglio 2017
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